Golf: McIlroy batte il rivale Reed a Dubai e si conferma n.1

(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Al debutto nel 2023, dopo un finale di gara show dove ha realizzato due birdie nelle ultime buche, Rory McIlroy ha vinto a Dubai l'Hero Desert Classic - secondo torneo delle Rolex Series del DP World Tour 2023 - superando al fotofinish il rivale Patrick Reed con cui, nei giorni scorsi, ha avuto un duro alterco. Negli Emirati Arabi Uniti il nordirlandese si è imposto con un totale di 269 (66 70 65 68, -19) colpi, uno in meno dell'americano, secondo con 270 (-18) davanti all'australiano Lucas Herbert, 3/o con 272 (-16). Per McIlroy è il primo successo in carriera in una gara delle Rolex Series (la cui storia è cominciata nel 2017), il terzo in questo evento che già aveva fatto suo nel 2009 (fu il primo successo da professionista, all'età di 19 anni) e nel 2015. Sul percorso dell'Emirates GC (par 72), il 32enne di Holywood ha emulato il primato del sudafricano Ernie Els, che ha conquistato questo appuntamento nel 1994, nel 2002 e nel 2005. Che finale a Dubai dove McIlroy ha ribadito la sua leadership, confermandosi come numero 1 al mondo. Nell'ultimo round, ha realizzato tre birdie tra la 9 e la 13. Poi, alla 15 ha 'segnato' il primo bogey di giornata. Alla 17 ha firmato un nuovo birdie sorpassando Reed che però, alla 18, ha replicato con una prodezza. E l'ultima buca giocata da McIlroy è stata da film thriller. Tee shot a pochi centimetri dall'acqua, terzo colpo in green e un putt per il birdie dalla lunga distanza sfruttato al meglio dal nordirlandese che poi si è lasciato andare a una esultanza sfrenata. Il tutto mentre Reed era pronto per affrontare il play-off. Niente da fare per l'americano che nei giorni scorsi, dopo un saluto negato da McIlroy, ha lanciato lui un "tee". Da una parte il nordirlandese, il primo con Tiger Woods a difendere i circuiti tradizionalisti (PGA Tour e DP World Tour) dall'avanzata economica della Superlega araba. Dall'altra Reed, tra i primi ad abbracciare il nuovo progetto della LIV Golf e a intraprendere una causa con il PGA Tour. E che a Dubai, in un torneo del DP World Tour, si è presentato con maglietta e cappello della LIV. E proprio Reed alla vigilia di Natale ha citato in giudizio - attraverso i suoi legali - McIlroy nella causa con il massimo circuito americano maschile. Negli Emirati Arabi Uniti il destino, ma anche la bravura dei due giocatori, ha voluto che fossero proprio loro i protagonisti di una gara che ha regalato spettacolo nonostante l'uscita al taglio dei fratelli Molinari, Francesco ed Edoardo, nonché di Migliozzi. E che ha fruttato a McIlroy 1.530.000 dollari a fronte di un montepremi di 9.000.000. Per il nordirlandese è il 15esimo successo (la cifra comprende 4 Major) sul DP World Tour, che arriva 13 anni e 363 giorni dopo il primo. (ANSA). Y16-RED/ S0B QBXB (ANSA).



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Alcaraz campione fragile, le immagini del ko con Dimitrov a Miami

Un gigante dai piedi di argilla: grandissimo talento ma anche una inattesa fragilità nei momenti più delicati della sua carriera. Carlos Alcaraz cade ai quarti a Miami contro Grigor Dimitrov e si scopre ancora una volta più debole - se è possibile dirlo per un grande campione come lui - rispetto alle grandi aspettative che in tanti nel Circus nutrono nei suoi confronti. Dopo un avvio di stagione difficile a causa di alcuni stop inattesi come l'eliminazione agli Open d'Australia, negli Usa lo spagnolo sembrava aver ripreso smalto e fiducia in se stesso. La vittoria contro l'amico e rivale Jannik Sinner in semifinale ad Indian Wells e poi lo stesso titolo conquistato con una gran partita in finale contro Daniil Medvedev apparivano come l'uscita dal tunnel nel quale si trovava. Ma l'illusione della ripresa è durata pochi giorni, almeno fino ad oggi quando nuovamente ed inaspettatamente il murciano è caduto contro Dimitrov. "Mi sono sentito frustrato. Grigor mi ha fatto sentire come se avessi avuto 13 anni. Ha giocato un tennis fantastico quasi perfetto", ha detto dopo il ko contro l'esperto bulgaro. "Non vedevo alcun suo punto debole. Ero spaesato. Per questo mi sento frustrato. Parlavo con la mia squadra e non sapevo cosa fare", ha poi ammesso. Ed è questo uno dei pochissimi punti deboli dello spagnolo. Non la tecnica che è quasi perfetta e neanche la prestanza fisica - la sua esplosività impressiona gli avversari - ma la tenuta psicologica. Già in passato, Alcaraz ha dichiarato di avere un rapporto quasi simbiotico con il suo coach Juan Carlos Ferrero e che, senza di lui a guidarlo all'angolo, in campo si sentiva un po' perso. Ad esempio, quando ad inizio stagione l'allenatore spagnolo a causa di un intervento chirurgico non è andato in Australia, il giovane numero due al mondo ha ammesso di sentirsi in difficoltà perché gli mancavano la capacità di lettura del match ed i consigli dell'ex campione spagnolo. Va anche detto che Dimitrov è un avversario particolare. Il bulgaro è sempre stato considerato uno dei grandi talenti del tennis mondiale: l'erede "inespresso" di Federer, un tennista capace di colpi incredibili con una tecnica pressoché perfetta ma anche di una mancanza di continuità che per buona parte della carriera lo ha relegato fuori dai top dieci del mondo. Oggi, però, era in una delle sue giornate di grazia. Resta da comprendere quanto nella debacle di Alcaraz sia dovuto al talento di Dimitrov e quanto ad un suo calo. Una risposta che soltanto il tempo potrà dare. Di certo, quel percorso che vedeva lo spagnolo avviato verso il numero uno del ranking mondiale a scapito di Novak Djokovic è più irto e complesso di quanto si potesse inizialmente pensare. Anzi, in caso di vittoria di Sinner a Miami, l'italiano gli strapperà il numero due della classifica Atp relegandolo al terzo posto. Ma sbaglia chi sottovaluta Alcaraz che, tra l'altro, si appresta a giocare sulla terra battuta, la sua superficie, dove per i rivali ci sarà tanto da faticare.

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Le due azzurre separate da 3 soli centesimi. Terzo tempo per la neozelandese Alice Robinson a 11 centesimi mentre la svizzera Lara Gut-Behrami, leader di disciplina davanti a Brignone, è solo nona Assente l'infortunata Sofia Goggia, per l'Italia in classifica ci sono poi Elisa Platino in 1.02.49 e poi con uno sfortunato errore per Roberta Melesi in 1.03.84 mentre è uscita Asja Zenere. Seconda decisiva manche fra poco, alle 13.30 (foto Ansa)

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L'elvetico ha chiuso la sua gara 2.15.75, precedendo di circa un secondo il norvegese Alexander Sten Olsen (2.16.66) e l'austriaco Manuel Feller (2.16.83). Primo degli azzurri il bergamasco Filippo della Vite, buon decimo in 2.17.76, l'unico a migliorarsi veramente nella seconda manche recuperando sei posizioni. In classifica poi ci sono Giovanni Borsotti 17/o, Luca De Aliprandini 23/o dopo una deludente seconda manche e Alex Vinatzer 27/o. Domani a Bansko si gareggia in slalom (foto Ansa)

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