Usa: l'attore Danny Masterson colpevole di stupro

(ANSA) - WASHINGTON, 01 GIU - L'attore americano Danny Masterson, star della serie tv 'That '70s show', è stato ritenuto colpevole da una giuria di Los Angeles di due su tre capi di imputazione per stupro. Ora rischia sino a 30 anni di prigione. Ad accusarlo tre donne, tutte ex aderenti alla Chiesa di Scientology, di cui Masterson era un esponente in vista: circostanza che, secondo l'accusa, l'avrebbe aiutato ad evitare ogni forma di responsabilità. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti nella sua casa a Hollywood tra il 2001 e il 2003. Una precedente giuria non era stata in grado di raggiungere il verdetto nel dicembre del 2022, ma i procuratori hanno insistito con nuove prove, che hanno portato a un secondo processo. (ANSA).





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Usa: l'attore Danny Masterson colpevole di stupro

(ANSA) - WASHINGTON, 01 GIU - L'attore americano Danny Masterson, star della serie tv 'That '70s show', è stato ritenuto colpevole da una giuria di Los Angeles di due su tre capi di imputazione per stupro. Ora rischia sino a 30 anni di prigione. Ad accusarlo tre donne, tutte ex aderenti alla Chiesa di Scientology, di cui Masterson era un esponente in vista: circostanza che, secondo l'accusa, l'avrebbe aiutato ad evitare ogni forma di responsabilità. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti nella sua casa a Hollywood tra il 2001 e il 2003. Una precedente giuria non era stata in grado di raggiungere il verdetto nel dicembre del 2022, ma i procuratori hanno insistito con nuove prove, che hanno portato a un secondo processo. (ANSA).

Distacco pezzi di pietra dentro la Cupola del Brunelleschi

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Un distacco di pezzi di pietra si è verificato all'interno della Cupola del Brunelleschi venerdì sera scorso, quando l'ultimo gruppo di turisti era uscito. Nessun è rimasto ferito tra gli addetti del celebre monumento. E' quanto riportano oggi Repubblica e Tirreno, richiamando alla memoria quanto accaduto il 19 ottobre 2017 nella basilica di Santa Croce: un turista morì, colpito da un frammento di pietra distaccatosi da un capitello. Secondo una prima ricostruzione, riferiscono i giornali, il danno ha interessato uno degli oblò che sovrastano la scala che porta alla cima della Cupola, nel tratto più ripido e basso: due i pezzi di pietra che sarebbero caduti. Testimoni dell'accaduto due addette alla sorveglianza, dipendenti della Rear che detiene l'appalto del servizio. Sul posto è intervenuta la squadra tecnica dell'Opera di Santa Maria del Fiore. "Le prime verifiche, effettuate nell'immediatezza dell'accaduto, non hanno evidenziato rischi per il monumento - ha dichiarato il direttore generale Lorenzo Luchetti -. E anche le ulteriori verifiche tecniche con personale interno dell'Opera, effettuate la mattina successiva, hanno permesso di escludere la possibilità di ulteriori distacchi. Per questo è stato possibile riaprire il monumento in totale assenza di rischi". L'accesso alla Cupola, sabato mattina, è rimasto interdetto fino alle 10, per poi riprendere normalmente. Preoccupati i sindacati. "Non siamo certi che ci siano le condizioni di sicurezza minime almeno fino a che l'Opera non ci permette di prendere visione della relazione redatta dopo il sopralluogo e l'intervento. Abbiamo chiesto l'accesso alle informazioni ma ci è stato negato" dichiara Beppe Martelli di Filcams-Cgil. Oggi, al termine di un confronto, le rappresentanze decideranno se indire o meno lo stato di agitazione e "se sarà necessario anche uno sciopero" afferma Martelli. (ANSA).

E' morto Paolo Portoghesi

(ANSA) - ROMA, 30 MAG - E' morto questa mattina nella sua casa di Calcata vicino Roma dove viveva da molti anni l'architetto Paolo Portoghesi, 92 anni. Lo conferma all'ANSA l'architetto Luca Ribichini professore della Sapienza. Lucido fino alla fine stava scrivendo un libro sulla bellezza. Docente universitario, progettista di fama, teorico, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo. Tra i suoi tantissimi lavori, la moschea di Roma, Casa Papanice, sempre nella capitale, e la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno. In tanti anni di carriera con una personalità poliedrica e impegni che hanno spaziato dal lavoro storico-critico alla progettazione, dall'insegnamento universitario alle cariche istituzionali (nel 1979 direttore architettura della Biennale di Venezia della quale poi è stato presidente dal 1983 al 1993), Portoghesi ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo di tutto in Italia e all'estero. L'elenco è lungo, dalla Casa Baldi del 1959 alla moschea di Roma, forse la sua opera piu' nota, passando per i complessi residenziali dell'Enel di Tarquinia, l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano, mentre fra i lavori per l'estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la moschea di Strasburgo. ''Dovendo scegliere tre che mi rappresentano, indicherei la chiesa della Sacra famiglia a Salerno (1974), la piccola chiesa di San Cornelio e Cipriano a Calcata (2009) e la moschea di Roma (1995)'', spiegò lui anni fa in un'intervista all'ANSA. "Ma non solo, perché i progetti sono un po' tutti figli, ogni tanto li vado a trovare''. Da molti anni, insieme alla moglie Giovanna Massobrio, anche lei architetto, viveva nel borgo medievale di Calcata, alle porte della capitale in una grande e bella casa immersa in un giardino maestoso pieno di animali e abbellito da piante secolari dove aveva trovato posto anche la sua biblioteca e dove ha ospitato spesso anche i gli studenti di geoarchitettura, il corso che ha tenuto per anni alla Sapienza. Nel 2016 ha donato il suo archivio al Maxxi. L'ultimo lavoro realizzato è del 2019, la concattedrale di Lamezia Terme, un'opera che appare un po' la summa di tutte le sue riflessioni sul sacro, con gli svettanti campanili in acciaio corten che citano la Sagrada Famiglia di Gaudì e la facciata che quasi sembra abbracciare i fedeli invitandoli a entrare. Amareggiato per le condizioni di degrado di Casa Papanice, Portoghesi era in queste settimane al lavoro su un Manifesto per la conservazione delle opere architettoniche contemporanee. "Resta un tabù", spiegava, sottolineando battagliero le responsabilità dei politici ma anche degli stessi architetti: "Casa Papanice era un ritorno alla natura e alla bellezza, voleva differenziarsi in modo netto dalle architetture che la circondavano. Voleva essere una profezia della città nuova. Ecco, questa è l'innovazione che, forse, è la cosa che meno è stata compresa". (ANSA).

Valerio Lundini, in tv fuggo la monotonia

di Daniela Giammusso (ANSA) - ROMA, 28 MAG - "L'ansia di essere 'uno che fa ridere' è terribile. Perché poi, appena sei in un momento giù di morale, la gente dice 'ah, e questo dovrebbe simpatico?'. Ecco io non voglio avere questa ansia da prestazione. Parafrasando la serie Boris, 'io voglio essere Gifuni'". Ascoltare Valerio Lundini che si racconta è venire inondati da un fiume di parole, citazioni, battute nascoste tra le parole, non sense surreali quanto esilaranti, autoironia e sterzate improvvise. Un po' come lo abbiamo conosciuto su Rai2 in Una pezza di Lundini, programma ormai cult (anche sul web) condotto con Emanuela Fanelli. E come è in teatro, in queste settimane, nel suo one man show Il mansplaining spiegato a mia figlia" (prossime date, dal 31 maggio al 4 giugno al Franco Parenti di Milano, il 5 agli Arcimboldi sempre a Milano e il 14 giugno alla Cavea dell'Auditorium Paco della musica di Roma). Uno spettacolo che gira da ormai tre stagioni e continua a registrare sold out. "Farlo tante volte aiuta a miglioralo - racconta lui all'ANSA - Il problema, semmai, sarà il nuovo spettacolo. Dovrei fare decine di repliche di nascosto per farlo funzionare così bene, ma come si fa?". Dal debutto a oggi, sono cambiate molte cose. "A livello sociale, si: guerre, carestie, la pandemia. Ma di quelle spero di non dovermi ritenere responsabile. Non ho tutto questo potere - dice serio - Nello show, invece, ho tolto, aggiunto. È una versione teatrale di quello che potrebbe accadere in un concerto: un susseguirsi di situazioni, gag, trovate, monologhi e anche un paio di canzoni. Sono varie storie, legate fra loro da una follia surreale. Quest'estate dovrei alcune date anche con I VazzaNikki, band con cui suoniamo da 15 anni". Cresciuto a pane e Adriano Celentano in coppia con Renato Pozzetto, ma anche Totò e Nino Manfredi, "è con Leslie Neilsen e Una pallottola spuntata che alle elementari ho scoperto quale era il tipo di comicità che amavo", racconta. Lui, invece, al cinema ha preferito scegliere un ruolo diverso accanto a Sergio Castellitto ne Il più bel secolo della mia vita, film diretto da Alessandro Bardani. Una "commedia agrodolce", distribuita nella prossima stagione da Lucky Red, che in un viaggio Bassano Del Grappa-Roma porta sul grande schermo la legge tutta italiana che impedisce ai figli non riconosciuti di sapere l'identità dei genitori naturali se non al compimento dei 100 anni. Proprio l'età di Castellitto nel film. "Dopo quattro ore di trucco al giorno, non sembrava neanche di recitare accanto a lui - racconta Lundini - Se fosse stato un ruolo comico non so se avrei accettato. Non mi fido di come fanno ridere le altre persone. La popolarità? Se davvero l'ho raggiunta, ho avuto la fortuna che è accaduto quando ero già grandicello. Oggi, purtroppo mi vivo le cose più strane. Una volta mi è entrata un'ape in bocca mentre ero sul monopattino. Ho cominciato a sputare per buttarla fuori e non mi sono accorto che davanti a me c'era un signore che mi aveva riconosciuto e mi fissava inorridito. Ecco, certe figuracce, un tempo, quando nessuno mi conosceva, le avrei fatte più serenamente". Ma la tv? "Tornerò, ma non è previsto con lo stesso programma - risponde - Di tanti ospiti accolti nessuno mi ha detto mai di 'no'. Quando mi è venuto in mente che sarebbe stato interessante avere Roberto Saviano, lui è venuto. J-Ax, che mi aveva citato in una sua canzone, mi ha risposto 'sicuro, che voglio venire'. Certo, il Papa non è venuto, ma non gliel'ho mai neanche chiesto - prosegue - Ho sempre pensato di fare una cosa che avremmo visto in cinque, invece non era così. Ma ho preferito fermarmi, per non cadere nella monotonia del 'già visto'. Meglio tornare con qualcosa di diverso. E sto già scrivendo alcune cose". (ANSA).

Omaggio a Letizia Battaglia, paladina dei diritti civili

(ANSA) - ROMA, 27 MAG - Le Terme di Caracalla ospitano dal 27 maggio al 5 novembre la mostra 'Letizia Battaglia Senza Fine', un omaggio alla fotografa siciliana paladina dei diritti civili, scomparsa poco più di un anno fa. "Letizia Battaglia rappresenta un connubio esemplare tra impegno civile, sentire sociale e sguardo artistico - spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma - e nel trentesimo anniversario dell'anniversario degli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro la Soprintendenza le dedica questa mostra, inaugurando due nuovi ambienti delle Terme di Caracalla, per dimostrare come le sue immagini raccontino a tutto tondo un'epoca entrando a pieno titolo nella storia della fotografia". L'esposizione 'Letizia Battaglia senza fine' riunisce 92 fotografie di grande formato e numerosi documenti che riassumono cinquant'anni del lavoro fotografico (1971-2020) di Letizia Battaglia con immagini iconiche, meno conosciute e alcune inedite. E' un omaggio al lavoro coraggioso e caparbio della fotografa, dagli albori della sua carriera tra Milano e Palermo fino all'ultima produzione, prima della sua scomparsa del 13 aprile 2022. "Con questa mostra si allargano gli spazi di fruizione per i visitatori - dichiara Mirella Serlorenzi, direttore del sito - la Soprintendenza ha ripristinato un ingresso originale alla palestra occidentale e nell'altra sala, con la vasca, individuato il sistema di riscaldamento e un lacerto di mosaico geometrico". L'allestimento dell'esposizione rende omaggio a un'altra grande artista, l'architetta Lina Bo Bardi: a lei si devono gli espositori in lastre di cristallo temperato del Museo de Arte de São Paulo, in Brasile; e ai suoi famosi cavaletes del 1968 si ispirano le strutture espositive delle fotografie di Letizia Battaglia. La mostra, curata da Paolo Falcone e organizzata da Electa in collaborazione con l'Archivio Letizia Battaglia, si inserisce nel Caracalla Festival 2023 del Teatro dell'Opera: il 25 e il 28 luglio e l'1 agosto al Teatro del Portico si terranno degli incontri dedicati a Letizia Battaglia e alla ricorrenza dell'attentato. "Sono emozionato - ha dichiarato Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma - che il Caracalla Festival ospiti la mostra di Letizia Battaglia che ha dedicato tutta la sua vita all'impegno civile e politico e alla fotografia". (ANSA).

Marracash, 'a Marrageddon più grande show hiphop in Italia'

(ANSA) - MILANO, 26 MAG - "Lo dico senza falsa modestia: il pubblico di Marrageddon dovrà aspettarsi lo show hiphop più grande di tutti i tempi in Italia". Così il rapper Marracash, parlando del festival ideato e diretto da lui, in arrivo il prossimo autunno con il debutto all'Ippodromo Snai La Maura di Milano. "Lo dico per le persone, per il palco gargantuesco e per l'ambizione, che è quella di portare una cosa che qua non c'è". L'artista ne ha parlato all'ANSA in occasione di una performance in collaborazione con Belvedere Vodka a Milano, spiegando che "il livello di maturità e l'importanza di questo genere nella musica italiana, anche semplicemente nelle classifiche o nei grandi eventi come Sanremo e il Premio Tenco, è giusto celebrarlo con un festival che non abbia niente da invidiare a Festival Rock o ad altre grandi occasioni che all'hiphop non sono mai toccate". L'idea, dunque, "è quella di celebrare questa cosa nel modo più grande, cercando sempre di elevare questa musica". I successi degli ultimi anni sono stati senz'altro "una grande soddisfazione e un orgoglio. Al tempo stesso - osserva il rapper - porto a casa anche una nuova libertà che penso di essermi conquistato con 'Persona', il disco di questa esplosione, che in qualche modo mi ha anche liberato dai cliché di genere permettendomi di fare anche della musica finalmente completamente mia. Penso che questo, per un artista, sia uno dei risultati più desiderabili". Il risultato, dunque, è quello di avere "guadagnato uno status che mi permette un po' di fare quello che voglio e anche di avere una rilevanza nel mainstream, ma secondo le mie regole, facendo una musica che è solo mia". (ANSA).

Marco Bellocchio ospite del BCT Festival di Benevento

(ANSA) - BENEVENTO, 24 MAG - Il regista Marco Bellocchio è il primo artista annunciato come ospite del prossimo Bct, il Festival Nazionale del Cinema e della Televisione Città di Benevento che si terrà dal 21 al 25 giugno nel capoluogo sannita. Reduce dal successo di 'Rapito', il suo ultimo film presentato al Festival di Cannes, Marco Bellocchio sarà protagonista nella centralissima Piazza Roma il 22 giugno di un incontro pubblico nel corso del quale riceverà il premio alla carriera del Festival Nazionale del Cinema e della Televisione. La conferenza stampa di presentazione della prossima edizione del Festival si terrà invece il prossimo 8 giugno (ore 15) presso l'Università degli Studi del Sannio a Benevento. (ANSA).

Addio Maria Giovanna Maglie, giornalista controcorrente

di Michele Cassano (ANSA) - ROMA, 23 MAG - Spirito libero, formidabile parlantina e risata contagiosa, Maria Giovanna Maglie esprimeva le sue idee, spesso controcorrente, con grande nettezza, guardando dritto negli occhi i suoi interlocutori. E' la dote che le riconoscevano tutti, i suoi estimatori e i suoi avversari, che furono molti nella sua carriera di giornalista, capace di spaziare dalla tv, alla radio, ai quotidiani, fino alla saggistica. Non a caso era richiesta come opinionista in molti programmi tv, sia di informazione che di intrattenimento, perché le sue uscite causavano spesso spaccature nel dibattito. Il suo nome creò anche divisioni nel governo gialloverde nel 2019, quando la Lega la voleva alla conduzione di una striscia serale dopo il Tg1 e il Movimento 5 Stelle si oppose. A dare notizia della sua morte è stata l'amica Francesca Chaouqui, che era accanto a lei al momento del decesso. "E' tornata questa mattina alla Casa del Padre - ha scritto su Twitter -. È stata portata al San Camillo Forlanini la scorsa notte per una complicazione venosa ed è spirata poco fa. Ero accanto a lei, ha lottato fino alla fine come sempre. Adesso è in pace". Nell'ultimo periodo la giornalista, 70 anni, aveva subito alcuni interventi chirurgici seguiti da diverse complicazioni, di cui lei stessa aveva dato notizia sui social. "Sono in ospedale per una serie di interventi chirurgici da quasi due mesi - aveva scritto lo scorso dicembre su Twitter, rispondendo a quanti si chiedevano il motivo della sua assenza dalla tv -. Ecco la ragione della mia latitanza. Spero di riprendermi al più presto e tornare come prima, per ora fatemi tanti auguri". Poco prima Maglie aveva avuto un malore durante la maratona elettorale del programma Quarta Repubblica su Retequattro. Nata a Venezia, Maglie si trasferì a Roma nei primi anni sessanta. Iniziò a lavorare come inviata in America Latina per l'Unità, giornale che lasciò presto per divergenze ideologiche con il Partito Comunista. Fu poi, grazie alla vicinanza con Bettino Craxi, che nel 1989 venne assunta in Rai. Nel 1990, allo scoppio della prima guerra del Golfo, fu inviata in Medio Oriente per il Tg2. Divenne poi corrispondente da New York fino al 1993. Fu costretta a dimettersi quell'anno per uno scandalo legato alle sue note spese, che finì con l'archiviazione l'anno successivo. Lei spiegò che quei rendiconti, anche se più alti rispetto ad altre sedi, erano giustificati dal lavoro in più che svolgeva e provò invano a rientrare in Rai. Lavorò quindi per diversi quotidiani come il Giornale e Il Foglio, oltre che per Radio Radicale, Radio 24 e Dagospia. Fu anche scrittrice: tra i suoi libri la biografia di Oriana Fallaci, alcuni saggi di politica internazionale e da ultimo una ricostruzione della scomparsa di Emanuela Orlandi. Era nota al grande pubblico per la sua presenza in tv come opinionista non solo di politica, anche in programmi come l'Isola dei famosi e La vita in diretta. Tanti ricordano l'imitazione che faceva di lei ad Avanzi su Rai3 Francesca Reggiani. Vicina a idee sovraniste, negli ultimi anni aveva contestato le politiche sulle vaccinazioni durante la pandemia e la strategia della Nato sulla guerra in Ucraina. Ebbe dei contrasti anche con l'Ordine dei giornalisti, che lasciò nel 2016. Sostenitrice di Matteo Salvini, fu proprio il segretario della Lega - come lei stessa raccontò - ad indicarla per la striscia che fu di Enzo Biagi dopo il Tg1 nel 2019, durante il governo gialloverde, ma l'opposizione del Movimento 5 Stelle fece naufragare il progetto. "Forte, intelligente, combattiva, una professionista seria e sempre pronta al confronto. Ci mancherà", scrive la premier Giorgia Meloni. "Buon viaggio Maria Giovanna, amica dalla voce forte e originale, oratrice appassionata, giornalista e intellettuale raffinata, soprattutto donna coraggiosa, indipendente e libera", è il ricordo di Salvini su Twitter. (ANSA).









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