Il patronato Ital Uil «E i promiscui che fine fanno?»

TRENTO. Più della metà delle 800 domande presentate per il riconoscimento dell’Ape Sociale e di Lavoratori Precoci sono state respinte. I dati sono riferiti alle pratiche gestite dal Patronato Ital...



TRENTO. Più della metà delle 800 domande presentate per il riconoscimento dell’Ape Sociale e di Lavoratori Precoci sono state respinte. I dati sono riferiti alle pratiche gestite dal Patronato Ital Uil che evidenzia altre criticità: ”Sembra che una volta divenuto legge il riconoscimento di una categoria sia automatico, ma non è così e non lo sarà nemmeno per i lavori gravosi e in Trentino abbiamo una serie di questioni aperte. La prima – dice Paola Urmacher – è quella riferita ai dipendenti delle società di Dolomiti che abitudinariamente svolgono più mansioni delle quali solo una è considerata gravosa. L’impiego promiscuo fa perdere il diritto come nel caso dell’operatore ecologico che sia anche autista. Poi abbiamo i dipendenti delle Cartiere del Garda, dove il datore di lavoro si rifiuta di rilasciare la dichiarazione indispensabile per il riconoscimento della categoria. Poi ci sono i dipendenti delle case di riposo che non versano il minimale di tariffa Inail del 7,5 per mille e quindi perdono il diritto del quale sono privato anche i lavoratori delle aziende definite virtuose. Quelle cioè che per le poche denunce presentate, hanno diritto ad uno sconto sul premio Inail: finiscono sotto il minimale previsto e i lavoratori sono beffati”. A livello nazionale su 66mila domande, ne sono state respinte 22mila. (d.p.)













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