La figlia di Scrinzi chiede i danni

Sarà parte civile al processo per omicidio contro Simonetta Agostini



ROVERETO. Si è costituita parte civile nel processo per omicidio la figlia di Paolo Scrinzi, ucciso con una sola coltellata all'addome dalla seconda moglie Simonetta Agostini. Ieri mattina, all'udienza davanti al gup Monica Izzo, sono anche stati depositati gli atti con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso del procuratore capo Rodrigo Merlo contro l'ordine di scarcerazione emanato dal tribunale del riesame.

Simonetta Agostini è libera dallo scorso aprile, per decorrenza dei termini. Il gup Izzo ha rinviato l'udienza al 27 ottobre, quando dovrà decidere come qualificare il delitto, che ad oggi è rubricato come "omicidio volontario". Per quel giorno anche il difensore di Simonetta Agostini, l'avvocato trentino Vanni Ceola, dovrà stabilire la propria strategia, che finora si è appoggiata all'eccesso di legittima difesa (la donna ha raccontato che il marito l'avrebbe più volte picchiata e violentata nel corso dei cinque burrascosi anni di matrimonio) e sul fatto che il tribunale del riesame aveva considerato l'omicidio come "preterintenzionale", cioè ammettendo la reazione violenta, ma negando la volontà di uccidere. La qualificazione del reato è importante, perchè ne consegue una diversa quantificazione della pena.

La difesa sta valutando eventuali riti alternativi da proporre alla prossima udienza (in particolare il rito abbreviato), mentre da un lato inizia a lavorare sul versante del risarcimento alla famiglia di Paolo Scrinzi. Un avvicinamento timido, ma che potrebbe avere un impatto positivo sul giudice chiamato a esprimersi. Se però l'avvocato Ceola opterà per il pubblico dibattimento, la Agostini verrà giudicata a Trento dalla Corte d'Assise. In qualsiaso caso: sia che l'accusa rimanga omicidio volontario o venga derubricata in preterintenzionale.













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