«Ina teneva il coltello sotto il cuscino»

Il racconto dell'ex marito. La donna aveva avuto una crisi il giorno prima



TRENTO. Ina dormiva con il coltello sotto il cuscino. Ioan Dorin Prichici, l'ex marito della donna fermata dai carabinieri con l'accusa di aver sgozzato il fidanzato Marcho Chiapparoli ha fatto sobbalzare i carabinieri di Vigevano quando ha raccontato perché il suo matrimonio con Ina è finito. I due vivevano proprio a Vigevano, città dove poi Ina ha conosciuto Marco, insieme alla madre di lei. E' stata proprio quest'ultima a scoprire che Ina aveva preso a dormire con un coltello da cucina sotto il cuscino. L'ex marito l'ha subito lasciata.

Intanto ieri mattina Ina si è svegliata. Sarà interrogata questa mattina in ospedale in occasione dell'udienza di convalida del fermo. Il racconto di Prichici potrebbe spiegare in larga parte quello che è accaduto mercoledì mattina all'alba nell'appartamento di via Brescia 10, a Carisolo. Ina era in cura al Centro di igiene mentale di Vigevano da due anni. Assumeva psicofarmaci, ma aveva smesso di prenderli da alcuni mesi. Negli ultimi giorni, però, aveva ripreso perché si sentiva più nervosa del solito. E questo viene confermato da un altro elemento importante nell'inchiesta dei carabinieri.

Infatti, nel pomeriggio del giorno prima del delitto, Ina si è fatta accompagnare da Marco a Tione per farsi visitare all'ospedale. Lamentava una tachicardia, difficoltà respiratorie e forti fitte al torace. Al pronto soccorso, però, si sono accorti subito che la donna soffriva di una patologia di carattere psichiatrico più che fisico. Così è stata visitata da due medici del Centro di Igiene mentale. I medici l'hanno visitata e, poi, hanno stilato una diagnosi di depressione con alterazioni del pensiero. Poi la ragazza è tornata a casa insieme a Marco. Nessuno si poteva immaginare quello che sarebbe accaduto da là a poche ore.

Il pubblico ministero Licia Scagliarini ha già acquisito le cartelle cliniche di Vigevano e anche l'esito della visita di martedì pomeriggio. La visita dimostra che la ragazza nei giorni immediatamente precedenti all'omicidio aveva sofferto di una crisi acuta. Questo, secondo gli inquirenti, potrebbe spiegare cosa abbia armato la mano di Ina quella maledetta mattina. La donna potrebbe essere stata preda di un raptus di follia. Una crisi dovuta anche a un dettaglio banale che, ai suoi occhi, poteva aver assunto dimensioni importantissime.

I familiari di Marco la descrivono come una donna molto possessiva e gelosa. Questo anche se il povero insegnante di matematica non le aveva mai dato motivi per esserlo. Ina potrebbe aver male interpretato un dettaglio oppure potrebbe aver agito in preda alla follia. Questo saranno i medici a dirlo. I consulenti che il pubblico ministero Scagliarini nominerà analizzeranno anche la cartella clinica per vedere se, in qualche modo, l'omicidio poteva essere previsto ed evitato. Dai racconti degli amici, emerge che Marco era consapevole della malattia della sua fidanzata, ma era anche convinto di poterla strappare alla depressione grazie alla forza del suo amore. Una convinzione che, purtroppo, lo ha portato alla morte, ucciso dalla donna che lui voleva sposare entro pochi mesi.













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