DELITTO DI CARISOLO Fidanzata in stato di fermo

E' scattato stamattina il fermo nei confronti di Ina Celma, la fidanzata di Marco Chiapparoli sospettata di averlo ucciso a coltellate. La testimonianza di Moreno Cosi, il vicino che ha trovato il corpo: "C'era sangue ovunque"


Ubaldo Cordellini e Mara Deimichei


CARISOLO. E' scattato stamattina il fermo nei confronti di Ina Celma, la fidanzata di Marco Chiapparoli sospettata di averlo ucciso a coltellate. Il provvedimento - si apprende in Procura di Trento - è stato emesso in base agli indizi di colpevolezza della donna e del pericolo di fuga. L'ipotesi di reato è omicidio volontario. La donna si trova piantonata all'ospedale S.Chiara di Trento dove e' in gravi condizioni per le ferite riportate nel probabile tentativo di suicidio.

La donna si trova in coma farmacologico: è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico durato circa sette ore, necessario per ricostruire i tendini dei polsi, lacerati da ferite da taglio, e arginare lesioni interne all'addome. In base a quanto accertato dal medico legale, l'uomo è stato raggiunto con alcuni fendenti al collo da un coltello da cucina affilato della lunghezza di 20 centimetri. L'autopsia verrà eseguita delle prossime ore.

Intanto il vicino ricorda quello che è successo. «Un macello, c'era sangue ovunque». È ancora choccato per quello che ha visto Moreno Cosi, il vicino di casa di Marco e Ina. È stato lui, ieri mattina, a scoprire il corpo senza vita del docente di matematica. Lui stesso aveva affittato, circa un mese fa l'appartamento alla giovane coppia che viveva nel piano sotto rispetto al suo. E mai avrebbe immaginato di trovarsi calato nella scesa di un omicidio.

Cosi è stato sentito a lungo dai carabinieri impegnati a ricostruire ogni aspetto del delitto e per questo ha trascorso la mattina di ieri nella caserma di Carisolo.

«Ero uscito da poco da casa - racconta Moreno che vive nell'appartamento al civico 10 di via Brescia con la madre - quando mia mamma mi ha chiamato per dirmi che c'erano delle macchie di sangue sulla soglia di casa della coppia. Io le ho risposto che era impossibile, ma poco dopo ho ricevuto un'altra telefonata dello stesso tenore». A questo punto l'uomo lascia quello che stava facendo e ritorna verso casa e sale fino al secondo piano della palazzina. «La porta era parzialmente aperta - racconta - e ho guardato dentro la stanza perché tutto appariva strano».

E così facendo ha scoperto il delitto. «Un macello - ripete Cosi - c'era sangue ovunque anche sui muri. Poi ho visto il corpo di lui riverso a terra con le gambe sul letto e lei non c'era, non la vedevo. A quel punto ho avuto paura che qualcuno mi aggredisse, che potesse succedermi qualcosa e sono tornato sul pianerottolo». Ma, per cercare lei, l'uomo ha aperto con molta prudenza anche la porta della cucina ma, come spiega, non c'era nessuno.

A questo punto il testimone sale in casa e chiama i carabinieri spiegando loro quello che aveva visto e dando così la notizia dell'omicidio. Sono stati poi i militari, a scopre, sotto il piumone bianco e quindi invisibile agli occhi di Moreno Cosi, Ina Celma. La morte di Marco appariva certa, ma lei respirava ancora e ora è ricoverata in condizioni stazionare al Santa Chiara.

Anche il vicino di casa conferma che non c'erano state avvisaglie di quello che sarebbe stato successo. Ossia sia lui che la madre la sera, la notte e la mattina stessa non avevano sentito urla, discussioni accese né rumori che potessero fare pensare alla tragedia. Probabilmente solo Ina potrà chiarire cosa è accaduto nella piccola camera da letto. Oggi dovrebbe essere interrogata dal pubblico ministero Licia Scagliarini e saranno tante le domande a cui dovrà rispondere. Intanto i carabinieri, compresi quelli della scientifica, hanno fatto tutto quello che era necessario per raccogliere il materiale necessario a mettere insieme le tessere di questo tragico puzzle.

Ieri pomeriggio in via Brescia è arrivato anche il medico legale, il dottor Fabio Cembrani, per fare i primi esami sul corpo del professore di matematica con la passione per la fotografia e il modellismo. È dal medico che ci si aspetta una risposta sull'ora del delitto e sull'esatto modo in cui è stata posta la parola fine a Marco, arrivato in val Rendena da Vigevano con tanta voglia di fare e di costruire. Un futuro che si è interrotto tragicamente ieri mattina.

Dai primi dati pare che i due si siamo alzati attorno alle 6.30 e che l'omicidio si sia consumato fra quell'ora e le 7.30. Sarebbero quindi passare tre ore prima che tutto fosse scoperto dal vicino di casa. Cinque i tagli di cui uno, mortale, alla gola. Quindi anche se qualcuno si fosse accorto in tempo reale di quello che era successo nel piccolo appartamento, ci sarebbero state veramente poche possibilità di strappare il giovane alla morte. Per Ina, invece, è stato decisivo l'intervento del medico che le ha di fatto salvato la vita.













Scuola & Ricerca

In primo piano