Zuelli resta in sella: «L’Opera non è alla fine»

Incontro ieri con il dirigente Tomasi, il presidente nega di volersi dimettere Question time in Provincia, Ferrari (Pd) chiede lumi sulla sopravvivenza dell’ente



TRENTO. Il futuro dell’Opera universitaria non è in discussione, spiega il presidente Flavio Zuelli, semmai l’istituzione è entrata in una fase di risrutturazione che verrà definita assieme a Università e Provincia. Per ora Zuelli resta al vertice, anche dopo l’ìincontro di ieri conMarco Tomasi, ma l’argomento tiene banco pure in consiglio provinciale: ieri la consigliera del Pd Sara Ferrari ha depositato all’ufficio protocollo una question time in cui si chiede al presidente Lorenzo Dellai e all’assessore all’istruzione «quali intenzioni vi siano rispetto alla sopravvivenza o meno dell’ente, se si preveda eventualmente di suddividerne compiti e funzioni tra Università e Provincia, quale modello di diritto allo studio si voglia perseguire, quali risorse si preveda di destinare a questo comparto, quali prospettive di risparmio siano immaginabili e se non si ritenga opportuno invece mantenere unite le funzioni finora svolte con riconosciuta efficienza ed efficacia, eventualmente intervenendo su possibili risparmi di spesa nella gestione e amministrazione».

Dal canto suo, il professor Zuelli si limita ad osservare che la necessità di contenere il capitolo spese non è una novità, ma la conferma degli indirizzi dello scorso anno forniti da Dellai. «Per quanto mi riguarda, non esiste alcuna ipotesi di cancellazione dell’Opera» commenta Zuelli, che ieri si è sì confrontato con il dirigente del dipartimento della conoscenza Tomasi su politica dei tagki e strategie in vista della spending review, ma l’argomento della sopravvivenza dell’Opera, dice, non è stato toccato. «E’ vero che le cariche degli organi dell’Opera sono in scadenza» ammette il presidente Zuelli, «ma ciò non dipende da una mia supposta volontà di rassegnare le dimissioni, quanto per effetto della “vecchia” legge, che faceva coincidere la rielezione con quella del senato accademico. Con le modifiche sostanziali dell’assetto per l’Università, con il passaggio delle competenze alla Provincia, cambiano anche le modalità per la nomina dei vertici. Il consiglio dell’ateneo non verrà più eletto dai docenti ma nominato dalla Provincia». Nessun problema al bilancio dell’Opera, argomenta Zuelli: «I problemi sono quelli di sempre, ma oggi non ho alcun motivo per parlare di soppressione dell’ente o di drastica riduzione di risorse. C’è piuttosto all’orizzonte un problema di coordinamento tra Provincia, Università e Opera, ma è la stessa questione di cui si parlava un anno fa».Tuttavia, qualche problema esiste: nel ridisegno delle competenze, in ottica di un contenimento delle spese dovuto alla tutt’altro che florida situazione delle finanze pubbliche, si vogliono evitare sovrapposizioni e “doppioni”. L’Opera si occupa del diritto allo studio in collaborazione con l’Università stessa, della residenzialità degli studenti - ma l’Università avrà competenza anche sull’edilizia - e delle mense. Allo studio c’è anche una formula legata ai buoni pasto, che potrebbe far tramontare l’ipotesi di un’ulteriore mensa. (gi.l.)













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