Sviluppo turistico e salvaguardia possono convivere

Mattei e Veronesi rispondono alle preoccupate osservazioni di Coldiretti e ambientalisti sul progetto dell’Outdoor Park



ARCO. «Il progetto dell'Outdoor Park Garda Trentino ha tra i propri principi la tutela dell’ambiente e delle pratiche sportive all’aria aperta e si propone come strumento in grado di mediare tra le esigenze della tutela e conservazione del territorio e quelle dello sviluppo e del benessere di una comunità».

Hanno impiegato un po' ma alla fine sono giunti allo scopo: il sindaco Paolo Mattei e l'assessore al turismo Renato Veronesi replicano alle preoccupazioni lanciate, qualche settimana fa, dalla Coldiretti e da varie associazioni ambientaliste in merito alla creazione di un “parco” dedicato agli sport all'aria aperta, priorità numero uno delle politiche di promozione del territorio che stanno portando avanti le amministrazioni locali e l'Ingarda. Contadini ed ecologisti hanno evidenziato quelle che a loro dire sono le criticità di questa progettazione: l'utilizzo dell'ambiente (in particolar modo l'olivaia) come parco dei divertimenti con tutte le conseguenze del caso (sporcizia, danneggiamenti, eccessiva fruizione, minaccia dell'ecosistema).

«Siamo coscienti dei rischi che un aumento della frequentazione in aree naturali può comportare - commentano sindaco ed assessore - per questo già dal 2008 il progetto Outdoor Park ha dato vita ad un tavolo di lavoro con i rappresentanti politici, la Sat, l’azienda forestale e Ingarda ed ha avviato, dall’estate 2011, un confronto con i progettisti del Parco Fluviale». Non solo chiacchiere, come verrebbe da pensare, ma anche azioni concrete. «Ad esempio, ci si è posti il problema del contenimento del traffico automobilistico verso i luoghi di pratica (falesie, itinerari di mountain bike) – sottolineano – mettendo nella riflessione attorno all’Outdoor Park la questione della regolamentazione dell’accesso alle auto, che si pensa sia opportuno fermare vicino agli assi viari principali, promuovendo forme di accesso alternativo a quelle zone, ad esempio pedonale, ciclistico o tramite bus navetta dedicati (a questo proposito, interessante il risultato di una indagine mirata su climbers e bikers, che ha rivelato la loro disponibilità, con una percentuale superiore al 75%)».

Accanto ad interventi di conservazione delle strutture esistenti (falesie, vie ferrate, percorsi trekking e bike, itinerari escursionistici tematici) e alla possibilità di realizzare nuove infrastrutture, altre azioni previste sono la realizzazione e l’ottimizzazione della segnaletica informativa, la realizzazione di materiale editoriale sulle infrastrutture e relative modalità di utilizzo e accesso. Il turismo legato alle peculiarità ambientali altogardesane rappresenta, per il nostro territorio, una controffensiva alla crisi economica.













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