Siric, si scava alla ricerca dei veleni

Rovereto: partono le indagini con sondaggi nel terreno dell'ex azienda chimica



ROVERETO. Si parte con un anno di ritardo sulle previsioni, ma si parte. Nella lunga ed infinita storia della bonifica della Siric (dichiarata fallita il 31 maggio 2008) ora scatta una nuova fase. Quella che riguarda l'analisi del terreno attraverso una campagna di scavi e di carotaggi in varie aree dell'ex complesso industriale ormai svuotato di tutti i fusti e le cisterne che contenevano sostanze chimiche utilizzate per la lavorazione delle resine.
La vera incognita è nel sottosuolo: qual è il grado di inquinamento? quali sostanze sono filtrate nel terreno nei lunghi anni di attività dell'azienda chimica? quali "veleni" nasconde ancora la Siric chiusa alla fine degli anni Ottanta dopo l'incendio che costò la vita a due operai? Incognite e interrogativi ai quali dovrà dare risposta la campagna di scavi che partirà a giorni.
Dunque parte la nuova fase del "piano di caratterizzazione" relativo al «sito inquinato» (così è specificato nella determina del dirigente comunale). Che sia inquinato lo aveva detto anche l'Agenzia provinciale per l'ambiente nel maggio scorso quando osservava «la persistenza all'interno dell'area della Siric di una elevata contaminazione delle acque di prima falda anche successivamente alle attività di sgombero del soprassuolo».
Nel giugno dello scorso anno, poi, nel corso di un incontro tecnico, «veniva evidenziata la particolarità della contaminazione rilevata, tale da rendere plausibile l'ipotesi che la/le fonti di contaminazione siano localizzate piuttosto che diffuse nell'area». Ed è così che si è arrivati a definire la campagna di indagine «per mezzo di esecuzione di trincee e saggi per la ricerca nel sottuosolo di strutture o impianti che possono essere fonti di rilascio di sostanze contaminanti nel terreno e/o nella falda». Campagna di scavi affidata alla ditta Campostrini di Sabbionara d'Avio, mentre i campioni analizzati verranno sottoposti a verifiche analiti da parte della ditta R&C Lab di Altavilla Vicentina.
«E' il Comune che interviene in questa fase, su mandato della Provincia, che poi manderà il conto al curatore fallimentare della Siric» afferma il vicesindaco e assessore all'ambiente Gianpaolo Daicampi. Un compito gravoso, quello del curatore fallimentare Lelio Boldrini che comunque ha già provveduto alla vendita dei beni mobili dell'azienda (acciai, impianti ed altro materiale) realizzando quasi un milione di euro.
«Il tentativo di mettere in vendita il terreno è fallito perché nessuno si fida a comperare senza prima sapere cosa si trova. Ora - afferma Boldrini - non farò altri tentativi finché non sarà completata la bonifica». Un terreno, che (ripulito) vale molto, valutato sulla decina di milioni di euro (la superficie è di 20.000 metri quadrati) che Boldrini spera di incassare per chiudere il fallimento.

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