Scontri a Roma: scarcerato lo studente trentino, andrà a processo il 15 febbraio

Sono tornati in libertà 22 arrestati su 23 dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine avvenuti martedì a Roma. Tra loro anche Federico Serra, 19 anni, studente del Da Vinci. Processo fissato il 15 febbraio



ROMA. Sono tornati in libertà (anche se la legittimità dell'arresto è stata riconosciuta per tutti) 22 manifestanti su 23 fermati nel corso degli scontri avvenuti martedì nel centro storico di Roma 1. Tra gli scarcerati c'è anche Federico Serra, il 19enne studente trentino del liceo Da Vinci fermato durante gli scontri.

Solo per uno, Mario Miliucci, 32 anni sono stati disposti gli arresti domiciliari. Una decisione che ha scatenato una polemica fra il sindaco di Roma Gianni Alemanno che si è scagliato contro i giudici: "Protesto a nome della città di Roma" e l'Associazione nazionale magistrati che ha chiesto al primo cittadino di "non insultare".

Per tornare alle decisioni del tribunale, sono tornati in libertà senza alcun obbligo i tre le cui posizioni sono state esaminate dalla X sezione del tribunale penale collegiale: Michele B., Martino R. D.V. e Anna Chiara M., cui è contestata la resistenza a pubblico ufficiale. Per loro il processo si celebrerà il 17 febbraio.

Liberi anche gli otto arrestati le cui posizioni sono state esaminate dalla IV sezione del tribunale: Sacha M., Angelo D.M., Nicola C., Gerardo M. Andrea D., Alice N., Riccardo L.C.  e lo stesso Serra.

A loro, a seconda delle singole posizioni, sono contestate le lesioni e la resistenza a pubblico ufficiale. Il processo è fissato al 15 febbraio.

La direttissima è durata più a lungo delle altre in quanto è stato visionato il filmato, preso da YouTube e postato da un privato, in cui si vede Riccardo L.C. prima picchiato da forze dell'ordine e poi arrestato.

In sostanza le scarcerazioni sono state disposte in quanto secondo i giudici "appare necessario approfondire il quadro delle accuse anche alla luce degli elementi emersi nel corso dell'udienza".

Alla lettura delle decisioni parenti e amici degli imputati hanno urlato "Tutti liberi". Nei pressi dell'ingresso principale del Tribunale già nelle prime ore del mattino decine di giovani hanno dato vita a un presidio, hanno scandito slogan e hanno esposto uno striscione con su scritto "Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare. Libertà per tutti-tutte"













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