Rurale di Pergine, insolvenze in crescita

La Cassa ha accantonato 9 milioni per poter far fronte alle sofferenze. Calano raccolta diretta (-5%) e impieghi (-6%)


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PERGINE. «Il bilancio dell’esercizio 2013 è ancora nel pieno della crisi che ci attanaglia e che sembra non volerci lasciare». È il primo commento del presidente della Cassa Rurale di Pergine, Franco Senesi, ricordando subito che «l’andamento risente fortemente di tante situazioni difficili dell’economia perginese e della zona di competenza. Nessun comparto produttivo è privo di problemi, e la situazione si riflette sulla Cassa Rurale, che è lo specchio dell’economia locale anche per le situazioni negative».

È la premessa che Senesi fa per inquadrare la situazione assai difficile del momento e anche di una prima previsione, a poco più di due settimane dall’annuale assemblea elettiva del 26 aprile, ricordando che il bilancio risente in molti casi dell’incapacità della clientela di rispettare le scadenze dei mutui e quindi le difficoltà della banca di far rientrare gli affidamenti, in assenza di iniziative imprenditoriali, che provocano situazioni di insolvenza. Una situazione che impone alla banca di contare solo sulle proprie risorse, accantonando in tali situazioni gli utili realizzati, nel fondo riserve patrimoniali. Senesi accenna alle note positive del bilancio 2013, date dalle riserve patrimoniali che nell’anno trascorso hanno superato quota 114 milioni, 3 milioni in più rispetto al 2012, aumentando il “coefficiente di solvibilità” che dà la dimensione della capacità di fronteggiare i rischi, in particolare quelli di credito. In proposito il presidente ricorda che «la nostra Cassa ha un indice di solvibilità notevolmente superiore al minimo richiesto, 19,5 contro 10,5, che consente di affrontare la situazione con serenità». Le risorse disponibili arrivano dall’aumento della raccolta diretta, per investimenti, che non farà mancare il sostegno al volontariato, alle socialità. La Cassa è impegnata anche a stimolare la ripresa. C’è il progetto casa “Diamo fiducia al nostro futuro” nel quale mette a disposizione 5 milioni nel 2014 per stimolare la compra vendita di immobili o la riqualificazione degli esistenti.

Il direttore Mauro de Manincor, festeggiato per i 25 anni di lavoro nella Cassa di Pergine, sottolinea il momento difficile dell’economia e le prospettive incerte per il futuro. «La durata e la pesantezza della crisi incidono in particolare sul credito, che soffre terribilmente e fa aumentare notevolmente gli incagli e le sofferenze. Un fenomeno che mal si combina con una redditività in calo, a causa di una raccolta più costosa e della diminuzione dei ricavi da impieghi, che pagano l’assenza di nuovi investimenti. Le note negative vengono dalla necessità di accantonare gli utili, circa 9 milioni di euro, per coprire le sofferenze. L’utile netto sarà quindi di qualche centinaio di migliaia di euro, risultato che consente di non intaccare il nostro notevole patrimonio. La raccolta diretta è in aumento di oltre il 4%, quella indiretta è in calo del 5%; in calo anche gli impieghi del 6%».













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