Rovereto: assunti in Provincia gli ex della Manifattura

Firmate le determine per i dipendenti che furono del ministero, di Eti e di Bat


Giuliano Lott


ROVERETO. La firma sulle determine provinciali è ancora fresca. E' l'ultimo passo verso il riassorbimento per la forza lavoro della ex Manifattura Tabacchi. I provvedimento riguardano gli ultimi cinque dipendenti senza inquadramento che entro fine anno dovranno firmare il nuovo contratto di lavoro che dal primo gennaio li lega alla Provincia. La determina del dirigente del Servizio per il personale è infatti l'ultimo atto formale con cui la Provincia prende in carico i fuoriusciti della ex Manifattura Tabacchi nelle diverse fasi di passaggio, da quando la fabbrica faceva parte del ministero delle finanze alla creazione di Eti fino alla cessione dello stabilimento al colosso angloamericano Bat, responsabile della dismissione degli impianti, ormai oltre due anni fa. Il personale, fino al 1993 assunto tramite concorso, era già stato ridotto in due successive fasi dal 2000, quando la Manifattura contava 264 dipendenti. Molti meno degli oltre mille negli anni d'oro, ma pur sempre una quota importante, che venne ridotta di 18 unità nel passaggio dallo Stato a Eti, l'Ente tabacchi italiano, che una volta acquisita la fabbrica abbattè la forza lavoro di altri 82 dipendenti. Si arrivò così alla vendita dello stabilimento di Borgo Sacco alla Bat, che lo acquisì con circa 170 dipendenti, presto ridotti a 140. Da qui in poi è storia recente. Bat decide di chiudere e la multinazionale firma un protocollo d'intesa con la Provincia e i sindacati, trovando una soluzione "morbida" per gli esuberi. Gran parte di loro - come del resto era accaduto per gli ex dipendenti del ministero e di Eti - transiteranno alla pubblica amministrazione (dalla Provincia alla Regione agli enti locali), mentre chi era in grado di raggiungere i requisiti per la pensione entro un periodo compatibile finiva in cassa integrazione e in mobilità. Oggi sono ben pochi i lavoratori ex Manifattura ancora sul mercato, ancora di meno quelli disoccupati.

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