Pergine

Pergine, una Fondazione acquisterà il Castello

Un gruppo di imprenditori si affiancherà all’ente pubblico nella gestione L’idea è di far diventare il maniero un veicolo di turismo, cultura e ospitalità


di Lucia Facchinelli


TRENTO. Tornare alle origini, ripartire dagli antichi fasti del passato per promuovere il territorio e le sue eccellenze enogastronomiche in chiave moderna. Realizzare in concreto quello che gli esperti definiscono “marketing territoriale” con l’obiettivo di creare una sinergia virtuosa tra produttori trentini, consumatori e turisti che visitano il Trentino partendo da una location esclusiva, trasformata in una sorta di vetrina. E’ l’ambizioso e innovativo progetto imprenditoriale che sarà presentato stasera presso il castello di Pergine: un modo di fare impresa che può esser definito “imprenditoria sociale”. Una cordata di imprenditori trentini e cittadini perginesi mossi dall’intenzione di mantenere uno dei simboli della città, sta lavorando affinché quanto fin qui realizzato da un loro concittadino non vada perso e rimanga, o meglio ritorni, a disposizione della cultura e dell’economia locale, diventando un volano per lo sviluppo economico e il mantenimento dell’occupazione.

L’idea di fondo è quella di costituire una fondazione a partecipazione mista, pubblica e privata, coinvolgendo anche le casse rurali del territorio per acquistare il castello e rilanciarne la gestione. ­­­La fortificazione appartiene alla famiglia Oss: Mario Oss, svizzero e discendente da una famiglia di emigrati di Pergine, l’ha acquistata nel 1956 con l'intenzione di renderlo un luogo di cultura e ospitalità aperto ai paesani e naturalmente ai turisti. Dopo la sua morte avvenuta nel 1994, la moglie Isabelle Oss-Ringold e le tre figlie Cornelia Oss, Barbara Benz-Oss e Anna Katharina Oss Affolter hanno deciso mantenere la proprietà e continuare nel solco di Mario continuando a confermare la fiducia ai gestori che da oltre 25 anni lavorano nel ristorante. Ma a fine 2016 quest’ultimi – i conosciutissimi Verena e Theo - hanno annunciato l’intenzione di lasciare la gestione e godere della meritata pensione. Decisione questa che ha convinto la famiglia Oss a valutare il senso di questa proprietà, considerata la loro residenza in Svizzera e il fatto che non esistono eredi diretti ai quali lasciare l’antico bastione.

Novità assoluta che caratterizza l’iniziativa imprenditoriale - avvolta comunque da stretto riserbo da parte dei soggetti coinvolti - che la contraddistingue da altre simili già realizzate in Trentino, presuppone che per una volta il progetto di acquisto di un maniero sia innanzitutto in capo ad una comunità e non solo ed esclusivamente in capo alla Provincia, e muova dalla collaborazione tra anime diverse del territorio: persone fisiche, cittadini, enti locali, istituti di credito ed enti provinciali tutti unanimemente convinti che la promozione del territorio in chiave turistica richieda necessariamente un nuovo approccio e nuove modalità di cooperare. A poche settimane dalla riapertura del ristorante e dell’albergo, l’ultima stagione per i coniugi Verena e Theo, e in occasione dell’inaugurazione della mostra di sculture "Sense of beloning" di Roger Rigorth si stanno intensificando i contatti e le trattative tra la proprietà e i diversi interlocutori che - per ora - non confermano né smentiscono le voci che circolano in paese. Tra i residenti comunque, serpeggia un cauto ottimismo e un certo entusiasmo rispetto a quella che potrebbe diventare a tutti gli effetti una bella favola trentina con positive ricadute economiche e sociali per l’intero territorio e rappresentare un unicum nella storia del recupero di questi testimoni del tempo di cui il Trentino è ricco.













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