Merloni, operai dimezzati: a casa in 45

I licenziamenti scatteranno formalmente dalla fine luglio ma già da lunedì sono «esonerati dalle prestazioni lavorative»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Dimezzati i dipendenti della Merloni: da lunedì in 45 sono «esonerati dalle prestazioni lavorative». In pratica rimarranno a casa, senza lavoro, anche se ufficialmente il licenziamento scatterà, sulla base dell’accordo firmato lo scorso anno, il 31 luglio. Una beffa: la comunicazione è arrivata proprio il giorno dopo la festa dei lavoratori, o meglio della disoccupazione vista la drammatica realtà con la quale dovranno fare i conti anche i dipendenti della Merloni. Dei 45 operai in realtà 6 erano già usciti nell’arco dell’anno sulla base della mobilità con incentivo all’esodo. Al lavoro rimarranno in 45, pochissimi rispetto ai tempi d’oro dell’allora Ariston che negli anni Ottanta era arrivata ai 456 dipendenti tra operai e impiegati.

E così lo sabilimento del gruppo Merloni deve fare i conti con un piano di riorganizzazione che ha portato alla drastica riduzione dei volumi produttivi e di conseguenza dell’occupazione. Rovereto sarà l’unico stabilimento del gruppo a fare un solo tipo di prodotto, vale a dire scaldabagno a gas ad accumulo e bollitore solare. Prodotti con un mercato sempre più difficile considerata anche la concorrenza straniera e la delocalizzazione della produzione nei paesi come Russia, Cina e Vietnam. E Rovereto sconta anche la mancata risposta alle aspettative riposte nella produzione legata all’energia solare: un’espansione del mercato che non si è vista non ha così consentito di mantenere i livelli occupazionali.

E così dopo i contratti di solidarietà (da un anno metà mese al lavoro e l’altra metà a casa) si è arrivati all’esonero dalla prestazione lavorativa per 45 dipendenti, in parte individuati tra quelli più vicini alla pensione. Nonostante le tappe per il licenziamento a fine luglio fossero già state individuate nell’accordo dello scorso anno, rimane negli operai l’amarezza di ritrovarsi senza un lavoro con prospettive poco allettanti. La settimana prossima è previsto un vertice all’assessorato provinciale all’industria per analizzare forme di sostengo e di aiuto a chi ha perso il posto di lavoro e per gestire i prossimi mesi in attesa del licenziamento vero e proprio con la messa in mobilità. Un ulteriore segnale della crisi che ha colpito il comparto produttivo, ben lontano dai tempi d’oro dei grandi numeri dell’industria roveretana e della Vallagarina.

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