ambiente e turismo

Impianti in Marmolada, il muro degli ambientalisti

Dopo il «no» della Sat, il 24 aprile la protesta in quota: «Progetti folli». Uno scontro a tre: val di Fassa, Provincia e i contrari a ogni impianto


di Andrea Selva


TRENTO. Pare di essere tornati all’ultimo grande scontro sugli impianti di risalita, quello perso dagli ambientalisti in val Jumela dove alla fine sono state realizzate due seggiovie che ora - dopo la costruzione della funivia Alba-Col dei Rossi, cioè l’ultimo tassello - servono per collegare il Centro Fassa con il Sella Ronda. Ma nel caso della Marmolada la situazione è ancora più complicata, perché i protagonisti dello scontro sono tre: gli ambientalisti (che sulla Marmolada non vogliono nuovi impianti), la Provincia (che in un piano ambiguo ha ipotizzato un nuovo impianto di risalita che pare non soddisfare nessuno) e la valle di Fassa (operatori del turismo e amministratori) che vorrebbe inserire nel piano di sviluppo del ghiacciaio un nuovo impianto di risalita con arrivo sulla cresta della Regina delle Dolomiti, proprio dove arriva già il terzo tronco della funivia che parte da Malga Ciapela.

Sci e impianti in Marmolada

Dopo l’approvazione del piano provinciale sono scoppiate le polemiche: la Sat(assieme al Cai di Veneto e Alto Adige) ha convocato una conferenza stampa per dire «no» a nuovi impianti; i fassani (delusi) hanno attaccato la Provincia perché non ha autorizzato l’impianto in vetta. Tutto questo con la Fondazione Unesco che ha lanciato un avvertimento: qui è a rischio il patrimonio delle Dolomiti. E ora l’ultima iniziativa da parte di Mountain Wilderness che sta organizzando una protesta (il 24 e il 25 aprile prossimi) a Pian dei Fiacconi per dire «no» a entrambe le proposte di Provincia e del Comune di Canazei: «Sono ugualmente folli, propongono di violare ulteriormente il ghiacciaio anche dal versante trentino per collegare questa area sciabile con il Veneto. Il Comune di Canazei e tutta Fassa chiedono di violare ancora Punta Rocca, praticamene demolendola, con impianti nuovi. L’altra ha per protagonista la Provincia di Trento con un arrivo “leggero” a Sass Bianch, se possibile ancora più insulsa, che si imporrebbe nel cuore del ghiacciaio». Mountain Wilderness chiude sostenendo che la Marmolada deve rimanere “il regno dello sci alpinismo e dell’escursionismo” e “almeno una delle Dolomiti di Fassa deve restare integra”.

«Arrivo in vetta, unica soluzione» Soraruf difende l’ipotesi fassana: «E’ sostenibile, meglio di quella provinciale»

Su posizioni decisamente diverse i fassani, con il rifugista di passo Fedaia, Aurelio Soraruf (di cui pubblichiamo un’ampia intervista a parte) a sostenere che la proposta è sostenibile e che gli ambientalisti tra Veneto e Trentino pare abbiano due pesi e due misure: «Di qua vedono danni ambientali e di là non vedono nulla».

In realtà chi ha predisposto il piano della Marmolada ha stabilito (diabolicamente?) che ogni decisione deve passare attraverso un accordo con la Regione Veneto. E chi ricorda i tempi impiegati per mettersi d’accordo (si fa per dire) all’epoca della disputa sui confini sa le difficoltà a cui andranno incontro le parti. Non è un segreto che l’assessore Carlo Daldoss (che ha firmato la delibera di approvazione del piano per il ghiacciaio) non veda di buon occhio il nuovo impianti sul ghiacciaio.

La Marmolada non è solo la vetta più alta delle Dolomiti, è anche il marchio di montagna più prestigioso del Trentino. Forse l’unica vetta che nominata all’estero può illuminare il volto di un turista appassionato di montagna, quella che un’azienda olandese di abbigliamento ha scelto per dare il nome a una propria giacca sportiva: Marmolada. Ma è anche una montagna dove le funivie arrivano (già) a 3.200 metri e nelle giornate più fredde (o ventose o nebbiose) la faccenda si fa seria. È una montagna con le piste esposte a nord, dove la neve è vera anche quando più in basso si scia in mezzo ai prati. Ecco perché questa volta lo scontro tra idee opposte di sviluppo è salito di livello: non più due, questa volta i “litiganti” sono tre.













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