Il lago di Loppio diventa un’attrazione turistica / FOTO

Il livello dell’acqua si è alzato ai livelli degli anni 50, un colpo d’occhio suggestivo. Il sindaco Caliari: «Fenomeno temporaneo, il ripristino del bacino è impossibile»


di Matteo Cassol


MORI. Non tutte le piene vengono per nuocere: è il caso ad esempio di quella del lago di Loppio, che a causa (o in virtù) di una primavera altamente piovosa ha raggiunto livelli simili a quelli della propria versione originale eclissatasi a metà anni Cinquanta (e che quindi in molti non hanno neppure mai visto), con la suggestiva aggiunta della vegetazione che spunta dalle acque, trasformandosi così - almeno per il momento - da palude a possibile attrazione turistica, con colpo d'occhio ovviamente più tropicale che balneare. Certo, la visione non ripagherà le migliaia di automobilisti in coda perpetua tra Mori e l'Alto Garda, ma per qualcuno potrebbe rappresentare un limitato momento di catarsi. Meno dura, sotto questo aspetto, la vita per i ciclisti, che comunque passando per la pista che costeggia la riserva naturale provinciale buttano certamente l'occhio più volentieri allo scenario naturale piuttosto che alla mesta colonna di veicoli. Non manca poi - soprattutto tra chi transita a piedi o tra chi arrivando in macchina si concede una sosta nell'apposita area all'ombra a lato della strada - chi si ferma per ammirare il panorama con un po' più di calma e, magari, coglie l'occasione per scattare qualche fotografia, catturando un'immagine potenzialmente irripetibile. «Le grandi precipitazioni degli ultimi mesi - commenta il sindaco di Mori Roberto Caliari - hanno fatto in modo di mantenere altissimo il livello dell'acqua, quindi in qualche modo si può dire che è tornato il lago di Loppio. Si tratta però di una situazione solo temporanea, perché l'obiettivo della Provincia, che esclude sia possibile un ripristino del lago (non ci sono le condizioni per bilanciare le perdite per evaporazione e le perdite attraverso la galleria Adige-Garda che ha causato il prosciugamento), è quello di mantenere un livello d'acqua minimo e costante per permettere la sussistenza delle forme di vita animale e vegetale della zona, garantendo al biotopo una condizione equilibrata e omogenea. Ora però il lago - con l'aggiunta anomala della vegetazione - si rivede, generando nostalgia nei nostri "vecchi" e dando la possibilità alle nuove generazioni di rendersi conto di cosa è andato perso: quello che l'abate Stoppani a fine Ottocento aveva definito uno dei più bei laghi dell'arco alpino italiano». Anche questa piena, d'altra parte, non è esente da controindicazioni: «Sono in atto - afferma il sindaco - monitoraggi sul livello della falda, verificando il deflusso nelle campagne, perché non siano create difficoltà alla coltivazioni della piana di Loppio. Per ora non ci sono rischi e quindi - conclude Caliari - possiamo goderci gli effetti del "lago effimero"».

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