il caso

“Icef troppo alto per 1 centesimo”, a Lavis notificato lo sfratto al 66enne invalido

L’inquilino Itea dovrà lasciare casa il 27 gennaio 2023 nonostante paghi il massimo dell'affitto


Daniele Peretti


TRENTO. A fine agosto avevamo scritto della vicenda di L.V., invalido di 66 anni che nonostante vivesse a pane e acqua era a rischio sfratto da parte di Itea a Lavis: ora quello sfratto è stato notificato.

Nella buca delle lettere una fredda comunicazione che lo informa che il 26 ottobre presso la Casa Comunale è stato depositato il preavviso di sfratto che sarà eseguito il 27 gennaio 2023.

Quella di L.V. è una vicenda di ordinaria follia burocratica: un Icef troppo alto per un centesimo di punto, i 65 anni ( età che impedirebbe lo sfratto) compiuti non nel periodo di locazione regolare, ma durante la proroga concessa perché L.V. saldasse il debito rateizzato maturato dalla mamma alla quale è subentrato nella titolarità della locazione.

Insomma un groviglio assurdo che ha avuto come unica conseguenza non il normale iter di sfratto immediatamente esecutivo da parte di Itea, ma uno sfratto giudiziario.

A Silvano Largher rappresentante degli inquilini Itea chiediamo un parere su questa vicenda: “Il problema di fondo è che il quoziente 0,34 è lo stesso da 15 anni, sono cambiati tutti gli altri parametri, ma non questo che va a penalizzare proprio chi, come nel caso di L.V., ha lavorato da una vita. Come comitato inquilini abbiamo inutilmente chiesto la variazione a 0,40 che sarebbe decisamente più equo”. Nel caso specifico c’è anche la questione dei 65 anni compiuti nel periodo sbagliato. “Se applichiamo la norma in senso assoluto, non si può eccepire nulla. Mi chiedo però se è logico togliere il diritto alla casa ad una persona che ha lavorato per 41 anni molti dei quali in cava, che ora percepisce una pensione frutto del suo lavoro.”

Ci possono essere delle soluzioni? “La politica può fare tutto – prosegue Largher – ma quello di L.V. mi sembra un caso che non interessa alla politica. Si potrebbe pensare ad una sospensiva per tutti gli inquilini Itea che sono nella stessa situazione di L.V. e non sono pochi, in attesa della variazione dell’aliquota Icef. Si potrebbe cambiare il contratto applicando le normative del Social House che prevedono un Icef superiore”. Ma L.V. paga già il massimo dell’affitto. “Un altro paradosso. Itea ha 1200 appartamenti sfitti e rinuncia all’utile che ne potrebbe derivare, ma si accanisce su un povero inquilino che paga il massimo del canone. Sono comportamenti incomprensibili.” I lavoratori stanno perdendo anche il diritto alla casa. “Vero, ma è una questione che parte da lontano. Da quanto tempo si parla di aiutare i poveri, ma non di politiche a difesa dei lavoratori? E quella di LV. è una vicenda esemplificativa.”













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