Gli sciatori ci sono, ma spendono poco

I primi dati della stagione invernale trentina sono postivi. Nei comprensori più importanti c’è un aumento del 20 per cento


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Le feste di Natale e fine anno hanno portato il tutto esaurito, fra italiani (meno del solito) e stranieri (più del solito) e tanti sciatori in tutte le principali vallate del turismo invernale trentino. Si dichiarano soddisfatti i responsabili delle Apt e del settore impiantistico. «Direi che è andata bene – afferma Andrea Weiss, direttore dell'Apt di Fassa – I numeri non sono definitivi, però posso stimare che nel periodo fra natale e domenica 6 gennaio ci sia stato un più cinque per cento di fatturato sugli impianti, rispetto al 2010». (Tutti fanno il confronto sul 2010, perché il 2011 fu un anno horribilis per lo sci, come noto, e non fa dunque testo statisticamente- ndr). «Registriamo un aumento del turn over fra gli italiani, che riducono i giorni di presenza a tre o quattro. Questo è un segnale di criticità». Il direttore spiega che fino al 31 dicembre al novanta per cento gli ospiti, in Val di Fassa, erano italiani. «Dopo, con il nuovo anno, sono arrivati i russi, per il loro Natale Ortodosso, e altri stranieri». La presenza di turisti stranieri si dimostra una costante nei resoconti dai vari territori, come vedremo. È figlia di precise scelte di marketing. Ha funzionato molto bene, spiega Weiss, anche la nuova struttura dell'offerta après-ski, l' ultimo grosso investimento per il turismo, ovvero il Parco acquatico (costo 12 milioni di euro). «C'era sempre la fila», chiosa il direttore. Il segno è positivo anche per la Val di Fiemme dello sci, che comunque ha davanti a sé i Mondiali e la Marcialonga. «Non abbiamo ancora i numeri definitivi, però la sensazione è che sia andata bene, in linea sul 2010, con un più venti per cento sul non buono 2011» racconta il direttore dell'Apt, Bruno Felicetti. «Registriamo un lieve incremento degli stranieri».

Un dicembre positivo si registra anche in val Rendena. «Stimiamo un più venti per cento di presenza sul 2011, quindi rispetto al 2010 diciamo che siamo in linea- dichiara Marco Masè, presidente dell'Apt di Campiglio e Pinzolo». Anche in questo caso aumentano gli ospiti stranieri e gli italiani riducono la durata della vacanza. «Abbiamo notato un maggiore afflusso nel settore extralberghiero (quindi seconde case e residence - ndr), segnale chiaro di crisi», avverte Masè.

Anche per la Rendena il momento della verità sulla tenuta dei conti viene adesso, finite le feste. Qui, dove il mercato porta il 50 per cento di sciatori e la metà di non sciatori (fra gli italiani), la speranza sono da una parte l'alta qualità dell'offerta alberghiera (con 70 strutture, molte delle quali a 4 o 5 stelle), un parco piste e impianti di eccellenza e dall'altra i ben trenta mercati esteri sui quali ha lavorato l'Apt negli anni, che ora portano frutti in termini di presenze. Provenienze principali sono Russia, Repubblica Ceca e Polonia. Masè segnala inoltre l'importanza della propensione a cambiare, nel settore alberghiero: «Con la crisi l'arrivo dei clienti non è più scontato», avverte. In linea con il 2010 anche il numero di passaggi sulle piste del comparto Folgarida-Marilleva.

Anche per il direttore dell'Apt di Folgaria e Lavarone, Stefano Tomasi, le festività hanno portato un numero di sciatori e di presenze in lieve aumento. «Diciamo che è andata meglio delle aspettative. - spiega - Semmai il problema è la capacità di spesa». Insomma la gente è tornata, ma spende meno di prima.

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