Ghesla catturato grazie a un'esca

L'uomo è andato all'appuntamento con un viado



TRENTO. Hanno usato l'astuzia, gli uomini della squadra mobile di Trento, per arrestare Claudio Ghesla. Un'astuzia che ha permesso loro di risolvere il caso in meno di quattro ore. La ragazza è stata colpita mortalmente verso le otto e mezzo e trovata alle nove di sera. Ghesla è stato arrestato all'una di notte. L'uomo, dopo essere scappato dalla casa dell'omicidio, ha iniziato a telefonare alle amiche di Sara. Le chiamava al cellulare chiedendo loro se sapevano cosa fosse successo alla ragazza. Voleva capire, forse, se era sospettato. Un atteggiamento che ha subito attirato l'attenzione su di lui, oltre al fatto che Ghesla era stato visto uscire dalla casa di Sara con un fagotto insanguinato.

Così gli uomini della mobile hanno chiesto a una delle amiche di Sara, che lavora in un'agenzia di trasferimento di denaro, di convocare Ghesla per un colloquio. In un primo momento, l'uomo non ha abboccato. Durante un sopralluogo in un locale di Treno nord, però, gli agenti hanno incontrato un viado colombiano che si è messo a piangere e ha detto di essere stato lui a presentare Claudio a Sara. Lui ha chiamato l'uomo al telefono e gli ha detto che la ragazza era ancora viva e che voleva andarla a trovare. A quel punto Ghesla, che prima diceva di essere a Verona, si è fatto convincere ed è andato all'appuntamento, fuori dal locale. Così gli agenti lo hanno potuto arrestare. Lui ha cercato di difendersi dicendo che conosceva a malapena Sara, ma poi ha ceduto e ha iniziato a confessare.













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