Celebrata la giornata dell'autonomia Dellai: "Facciamo gli stati generali"

Una convocazione degli Stati generali per interrogarsi sul senso dell'autonomia. Dellai butta lì la proposta, quasi cosciente che non c'è sufficiente attenzione e sufficiente cognizione sullo strumento istituzionale, nonostante le celebrazioni imposte per legge



TRENTO. Una convocazione degli Stati generali per interrogarsi sul senso dell'autonomia. Dellai butta lì la proposta, quasi cosciente che non c'è sufficiente attenzione e sufficiente cognizione sullo strumento istituzionale che affonda le radici nella storia e la legittimazione nel patto fra Degasperi e Gruber. Ieri si è celebrata la giornata dell'autonomia, seconda edizione dopo che è stata imposta per legge. Forse va rivista nella sua organizzazione o almeno va capito se i trentini hanno contezza di cosa sia l'autonomia. Poca gente, di fatto, e quasi tutti addetti ai lavori. Anzi, nemmeno quelli visto che il consiglio provinciale mancava praticamente in blocco, non fosse stato per qualche sparuta rappresentanza e la presenza, pur autorevole, del presidente Kessler.
Ecco che il richiamo di Dellai è parso quasi comune un campanello d'allarme, accorato, come se temesse che l'oblio possa far precipitare il Trentino nella mediocrità e nell'anonimato. «Dovremmo convocare tutti: istituzioni, categorie, associazioni, rappresentanti della società civile - ha detto il presidente - per interrogarci a fondo sul senso di questa autonomia che non è frutto di un raggiro, di una furbata fatta agganciandoci al treno dell'Alto Adige. Non dobbiamo avere sensi di colpa e non siamo semplicemente una provincia che ha più soldi di altre. La nostra è una storia antica, riconosciuta dallo Stato e dalle leggi».
La cerimonia è cominciata puntuale in sala Depero, accompagnata dalle note di un'arpa. Tra le pareti decorate dal roveretano futurista tante facce note - «istituzionali» -, pochi giovani se non gli studenti che sono stati successivamente premiati. A dare il benvenuto ci ha pensato Giovanni Kessler, presidente del consiglio provinciale, che ha allargato il concetto di autonomia, declinandolo nelle esigenze moderne di una provincia «speciale» che deve confrontarsi, per forza, con il mondo. Anche lui ha messo in guardia: «Gli attacchi alla nostra autonomia continueranno sempre», ha detto, ricordando però il lavoro fatto fino ad oggi per consolidare le basi, a partire dal «grande segno di responsabilità dell'accordo di Milano» fino alla concretezza con cui è stata affrontata la crisi economica. Ma Kessler ha guardato oltre l'autonomia chiusa nei propri confini e che si specchia in sé stessa. Ha citato i rapporti sempre più stretti con Bolzano e il Tirolo - grazie alle radici storiche che accomunano i territori - e ha rifiutato l'idea di una autonomia protezionistica che chiuda le proprie aziende sotto una cupola di vetro. «Dobbiamo essere competitivi e confrontarci col mondo e dobbiamo far crescere una classe dirigente all'altezza delle nuove sfide».
Al presidente dei Comuni, Marino Simoni, è toccato ricordare le profonde radici storiche che caratterizzano i paesi del Trentino in un contesto di solidarietà e collaborazione che ora vorrebbe rivedere con le comunità di valle: l'identità immutata di ciascuno, quindi senza forzosi accorpamenti, ma in un rapporto reciproco di aiuto.
Il presidente Dellai ha voluto ricordare che il Trentino è quello che è per l'impegno di illuminati statisti, di capaci amministratori e di intere generazioni che «hanno riempito di umanità l'autonomia». Forse anche partendo da qua Dellai ha insistito sul richiamo a capire il senso dell'autonomia, alla forte responsabilità che richiede il coltivare questo specialissimo stato. «L'autonomia è un sogno collettivo - ha detto in conclusione - è un antidoto alle solitudini, una piattaforma per partire con solide radici e andare nel mondo». E come esempio è stato citato (e premiato) il dottor Carlo Spagnolli, una vita spesa per l'Africa partendo dall'esempio solido di papà Giovanni, parlamentare e presidente del Senato. «Un premio - ha detto Spagnolli - che condivido con i tanti trentini che portano ogni giorno solidarietà nel mondo».

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