Ancora 750 sentieri chiusi dopo la tempesta Vaia 

I danni del maltempo. Li sta monitorando il Servizio Turismo e Sport della Provincia: ogni settimana circa una quindicina riapre, ma per il ripristino completo ci vorranno tre anni


Luca Petermaier


Trento. «Chiuso. Chiuso. Aperto. Chiuso. Chiuso. Chiuso». La lista dei sentieri alpini (e non) della provincia - feriti dalla terribile tempesta Vaia dello scorso ottobre - sembra più un campo di battaglia che un file del Servizio Turismo e Sport. Al 25 giugno scorso (data dell’ultimo aggiornamento) i percorsi di montagna non ancora utilizzabili in sicurezza erano 750: 450 quelli alpini (su un totale in provincia di Trento di circa 1200) più altri 300 considerati percorsi “non alpini” (passeggiate nei boschi di paese, giri attorno ai laghi, ecc) che non compaiono nell’anagrafe tenuta dalla Provincia ma il cui stato di salute dopo la tempesta è stato (ed è tutt’ora) comunicato agli uffici di Piazza Dante dai singoli comuni. Ecco perché - al contrario dei sentieri alpini - non è dato sapere quanti siano in totale questi percorsi “secondari”.

Ogni settimana si riapre

Giorgio Cestari, dirigente del Servizio turismo e sport, spiega che «più o meno registriamo una quindicina di riapertura di sentieri ogni settimana. Un ritmo che, però, non è continuo. I fattori in gioco sono molti: dal meteo all’organizzazione di chi deve lavorare sulle montagne. L’importante è comunque avere un quadro completo della situazione e avere la consapevolezza che risolvere tutto e subito è impossibile. Ci siamo dati tre anni di tempo per risistemare l’intera rete ed è questo il termine che dobbiamo rispettare».

Così funziona il sistema

Passata l’emergenza Vaia e compiuta la conta dei danni, come detto ora la Provincia sta monitorando il grado di avanzamento dei lavori di ripristino. I quali - a seconda delle zone e del tipo di sentiero - sono affidati a soggetti diversi. La parte del leone la fa ovviamente la Sat, ma sul campo sono impegnati vari enti o associazioni: dalla Magnifica Comunità di Fiemme al Parco Adamello Brenta, dal Parco nazionale dello Stelvio a quello di Paneveggio, dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia fino al Progettone.

Ad ognuno dei sentieri alpini danneggiati è stato assegnato un codice di importanza: 1 quelli che raggiungono rifugi o che mettono in collegamento delle vallate fino al 4, quelli meno importanti di tutti. È chiaro che la priorità è stata data ai sentieri con il numero 1: la quasi totalità dei percorsi risulta chiusa per gli schianti degli alberi, qualcun altro a causa di frane o smottamenti.

Aggiornamento on line

Una volta che il sentiero è stato sistemato e riaperto, il dato viene comunicato alla Provincia che provvede a darne adeguata diffusione: «Come prima cosa - spiega Giorgio Cestari - inseriamo l’informazione nel nostro data base. Dopo qualche ora l’informazione arriva in automatico anche sul sito “outdooractive” che vede così aggiornarsi la cartina a disposizione degli utenti».













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