Cementificio, gli insulti social del vicesindaco di Madruzzo

Al Comune di Madruzzo non piacciono le cronache de il Nuovo Trentino sul “caso cementificio nella Valle dei Laghi”. Via social, il numero 2 dell’amministrazione se la prende con la stampa (ma prima il sindaco...)
IL CASO. Grandi manovre sul cementificio, anche il sindaco contesta l'accordo


Andrea Tomasi


VALLE DEI LAGHI. Al Comune di Madruzzo non piacciono le nostre cronache su “caso cementificio nella Valle dei Laghi”. Via social, il “numero 2” dell’amministrazione, se la prende con la stampa. Su Facebook il vicesindaco ha pubblicato un post in cui critica il nostro giornale: “Il nuovo Trentino” si è occupato della vicenda emissioni inquinanti in Valle dei Laghi fin dal primo giorno. La storia è nota: in un territorio famoso per i vitigni di pregio - dove operano giganti del moto vinicolo, dalla Cantina Toblino alla Cantina Ferrari - e per l’attenzione al rispetto dell’ambiente, accade che un’industria pesante (Italcementi- Heidelberg Materials) abbia deciso di riaccendere i forni spenti nel 2015.

Si tratta di un cambio di marcia, di una “rivoluzione” per un territorio ormai orientato al turismo ecologico e all’agricoltura di qualità. Per il Comitato Salviamo la Valle dei Laghi si tratta di «un tuffo negli anni ’60»: un tuffo all’indietro che rischia di fare male all’intera valle e a chi la abita. In quest’epoca di “transizione ecologica”, accompagnata dallo slogan “Respira, sei in Trentino”, i fumi del cemento - accettati in passato - sono percepiti come una stonatura in una sinfonia green. I residenti hanno registrato (fotografie e video) una dozzina di fumate anomale: emissioni che hanno invaso le campagne e le zone abitate. Noi abbiamo pubblicato quelle immagini e le ragioni di chi si preoccupa per il presente e per il futuro del territorio. Abbiamo riportato i dati rassicuranti dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa) che all’altezza del cimitero di Sarche ha collocato la centralina per la rilevazione degli inquinanti. Abbiamo raccolto i commenti degli amministratori provinciali (in primis l’assessore all’ambiente Mario Tonina) e comunali (il sindaco di Madruzzo Michele Bortoli, ma anche quelli degli altri territori coinvolti) e poi, ovviamente, abbiamo sentito i vertici dell’Azienda di promozione turistica perché nessuno nega (non lo fanno neanche i manager della società cementiera) che quella fabbrica è fuori contesto e, vista la preoccupazione e le lamentele, rischia di tradursi in un danno di immagine per l’ambito dell’Alto Garda.

Abbiamo parlato dei profitti (presenti e futuri) della multinazionale tedesca che in Trentino garantisce una trentina di posti di lavoro (51.000 quelli nel mondo per un fatturato complessivo di 18,7 miliardi di euro), dei tentativi di compensazione (la cessione di una parte del terreno della fabbrica per realizzare un campo fotovoltaico per la costruenda Comunità Energetica in cambio dell’accettazione del “disagio” dato dalle emissioni in atmosfera - 210.000 tonnellate annue di Co2 emesse a Sarche, stando ai dati della Provincia - inquinanti ma entro i parametri di legge).

Abbiamo riportato le interrogazioni in consiglio provinciale che si sono susseguite (fra i più attivi il pentastellato Alex Marini e con lui Filippo Degasperi di Onda). Abbiamo raccolto le perplessità degli abitanti più attivi e il grido di dolore e rabbia delle associazioni ambientaliste (in testa Wwf e Mountain Wilderness) e abbiamo raccontato del lavoro del comitato cittadino “Salviamo la Valle dei Laghi” - prima guidato da Marco Pisoni (che è il presidente del Biodistretto) e adesso da Manuela Bottamedi - che si batte per tutelare la salute e l’economia della valle: salute ed economia che - si dice - rischiano di essere danneggiate e impoverita dalla presenza del gigante del cemento.

Sabato abbiamo anche raccontato dell’operazione immagine promossa dal cementificio, trasformato per l’occasione in zona parco giochi e gastronomia: scivoli gonfiabili per i bambini, cibo gratis e gadget per tutti in nome di un “vogliamoci bene” e con il sottotesto: “Siamo qui per fare impresa e non ce ne andremo, anche se qui voi avete abitazioni e agricoltura di qualità”.

D’altra parte i dati dicono che è tutto a norma (garantisce Appa). Non sono piaciute le nostre cronache - dicevamo - come spesso non piace il racconto dei fatti. I fatti però sono fatti, non sono zucchero filato che si scioglie al sole. I fatti restano e sono spesso amari. E pare amareggiato il vicesindaco del Comune di Madruzzo, quel Lorenzo Chistè che domenica a chi scrive (e quindi al giornale) ha dedicato un post. Qui di seguito trovate il suo “pensiero”. A Chistè, che rappresenta un’istituzione pubblica, ricordiamo che si tratta di un ruolo di responsabilità e che nessuno dalle pagine di questo giornale ha mai insultato gli abitanti della Valle dei Laghi. Noi non insultiamo. Anzi, proprio l’impegno con cui da mesi raccontiamo cosa sta accadendo sul territorio dimostra quanto ci teniamo ad una delle valli più belle del Trentino.

Lorenzo Chisté sulla sua pagina Facebook: «A me hanno sempre detto che per i giornalisti c'è un diritto di CRONACA corretto e sacrosanto. Ho letto molti articoli di questo signore ma mai una volta super partisse (sic!) Non perde mai l’occasione per considerare dei venduti e degli ignoranti gli abitanti della Valle dei Laghi. Ma come si permette..... e mi fermo qui. Scusate lo sfogo» (allega articolo de “Il nuovo Trentino” pubblicato domenica).

Il suo post è stato subito commentato da Milena Chistè, che invece ha colto lo spirito del racconto sulla “festa del cemento” di sabato: «Non basta distribuire borracce e scrivere green zone per rendere il cementificio più sostenibile». Michele Sanja Travaglia: «Infatti bisogna andare a riempire la fontana del Nettuno di vernice e imbrattare tutto il muro della facciata del duomo...» Milena Chistè a Michele Sanja Travaglia: «È più coerente». Michele Sanja Travaglia: «Potrebbe sembrare coerente ma è solo incivile, maleducato e idiota un gesto simile!!! Io mi domanderei, abitando a Sarche, quanta aria inquinata e dannosa ho respirato negli ultimi 30 anni a causa di tutti i campi coltivati che ho intorno?!? Ah no, quelli sono sani perché fanno ingrassare certe persone... poche, a discapito di molte che ci vivono!! Come in Val di Non». Lorenzo Chistè a Michele Sanja Travaglia: «Voglio chiarire che non è quello che volevo dire. Volevo solo fare presente che un giornalista secondo me dovrebbe scrivere ciò che vede e pensa realmente la gente e non scrivere come la pensa lui considerando gli abitanti ignoranti e venduti . Questo ritengo sia il diritto di cronaca. Per quanto riguarda il cementificio è da un anno che, come amministrazione comunale, abbiamo fatto installare una centralina mobile per rilevare le emissioni inquinanti. E dopo un anno i dati sono nella norma e molte volte migliori rispetto ad altri territori». Michele Sanja Travaglia: «Il senso del tuo post era molto chiaro». Paolo Ronnie Valenti a Michele Sanja Travaglia: «Tu sei così di tuo senza aria inquinata (...) Infatti hai ragione. Hai visto che grosso che sono a forza di irrorare». Paolo Ronnie Valenti a Lorenzo Chistè: «Ma Lorenzo è solo un povero coglione».

Fra i commenti registriamo l’intervento della presidente del Comitato Salviamo la Valle dei Laghi Manuela Bottamedi - che non le manda a dire al “numero 2” dell’amministrazione comunale: «Lorenzo Chistè, io credo che un ente pubblico come il Comune non debba essere al servizio di un’azienda privata (la cui proprietà tra l’altro non è nemmeno del territorio, ma di un fondo di investimento tedesco). L’ente pubblico deve restare indipendente e non prestarsi a giochetti di marketing e greenwashing come quello andato in scena sabato. Il vostro compito è controllare, tutelare, pianificare. Come fate a controllare, tutelare e pianificare (con la massima imparzialità e indipendenza) se correte ogni volta a sostenere e celebrare il cementificio? Siete un ente pubblico oppure una società privata controllata dalla holding Heidelberg? E perché saltate come le molle ogni volta che un giornalista o un comitato o un privato cittadino “osa” criticare il vostro modo di rapportarvi con una potente azienda inquinante e incompatibile con il nostro territorio e la nostra naturale vocazione? Il miliardo di fatturato che Heidelberg farà in questi 20 anni dove andrà a finire? Forse in Valle dei Laghi? A noi resteranno le noccioline. Tutto il plusvalore prodotto dagli operai va ogni giorno nelle mani di gente tedesca che tu manco conosci e che se ne frega del nostro benessere. Vale davvero la pena continuare a difendere questi miliardari? Pensaci Lorenzo. Non abbiamo bisogno di loro per stare bene e sviluppare la nostra economia e il nostro lavoro. Negli anni ’60 era diverso, ora l’agricoltura di qualità e il turismo sostenibile sono il vero oro della Valle dei Laghi. Riprendiamoci la nostra terra pregiata». Lorenzo Chistè a Bottamedi: «Grazie per credere che finora non ho pensato e mi fa piacere che tu hai delle certezze. Ma mi sembra che chi voleva la chiusura dello stabilimento non l’hanno raggiunto (sic!) l’obiettivo sperato. Detto questo, tu non puoi dire che l’amministrazione comunale si è venduta alla società Heidelberg».   













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