Sanità

Anziani, attese interminabili al pronto soccorso. Messner: «Non deve accadere»

L'assessore prende in mano la situazione dopo il caso della paziente di 90 anni che il 7 aprile ha atteso tredici ore, dalle 13 alle 2 di notte: «Voglio intervenire. Ho chiesto i dati per sapere quanto attendono over70, pazienti fragili e con quali codici»

IL FATTO L'incubo di una 90enne: «13 ore di attesa»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Domenica 7 aprile una paziente di 90 anni ha trascorso 13 ore al Pronto soccorso del San Maurizio prima di essere curata. Era in barella, si lamentava. Entrata alle 13 è stata dimessa alle 2 di notte.

Attorno a lei altre situazioni simili, sempre con anziani fragili doloranti. Attesa infinita che ha rilevato tre costole ed una vertebra rotte. La figlia che le è stata vicina e che alla fine ha ricevuto le scuse del personale per la pazienza dimostrata dice che il sistema va riorganizzato: «Adesso abbiamo una struttura splendida, ma il servizio d’urgenza deve poter funzionare meglio. Per tutti, in particolare per gli anziani».

L’assessore chiede i dati: «Gli over 70 vanno tutelati»
L’assessore alla Sanità Hubert Messner vuole intervenire quanto prima. «Pochi giorni fa ci siamo riuniti. Ho chiesto di avere tutti i dati degli accessi al Pronto soccorso dell’ultimo anno, divisi per età dei pazienti, codici d’accesso e attesa media con un report mirato sugli over 70. Pazienti fragili. Dobbiamo sapere se attendono sei, otto o dieci ore e con che codice. Voglio intervenire al più presto».

I sindacati chiedono il codice d’argento
C’è da sperare che si attivi quanto prima un codice d’argento. Da parte loro i sindacati Cgil (Alfred Ebner), Cisl (Annarita Montemaggiore), Uil (Mauro Baldessari) e l’Auser (Maurizio Surian) - associazione di volontariato impegnata sul fronte dell’invecchiamento attivo - chiedono interventi rapidi già introdotti in altre realtà italiane: «Una soluzione potrebbe essere quella di inserire, per esempio gli over 75 registrati con codici meno urgenti, in un percorso preferenziale. Non si tratta di saltare la coda, ma di abbreviarla visto che molto spesso si tratta di pazienti fragili».

Le scuse dell’ospedale. Il 7 aprile? Oberati di lavoro
«Siamo profondamente dispiaciuti per quel che è accaduto domenica 7 aprile e ci scusiamo con la paziente di 90 anni che si è trovata ad aspettare 13 ore al Pronto soccorso, ma il personale era alle prese con diverse emergenze e non è stato possibile intervenire prima». Stefania Bertolami, sostituta direttrice del Comprensorio di Bolzano, ammette «tempi difficilmente accettabili per una persona di età così avanzata». E spiega che «la direzione in stretto accordo con la dirigenza ed Elena Carion, primaria del Pronto soccorso, è impegnata ad ottimizzare i percorsi di urgenza ed emergenza, soprattutto per i pazienti più anziani».

Ma come mai il 7 aprile i tempi si sono dilatati in maniera abnorme? «Da una verifica è emerso che dal pomeriggio alla tarda serata il personale ha lavorato ininterrottamente per assistere 5 pazienti in codice rosso, in pericolo di vita, ed altri 7 con lesioni tali da compromettere le funzioni vitali (codice arancione). Inoltre, come spesso accade nei fine settimana, nella fascia oraria tra le 13 e le 1 del mattino seguente il Pronto soccorso ha fronteggiato circa 80 accessi. La paziente - continua - è stata comunque sottoposta a una prima serie esami diagnostico-strumentali utili a verificarne le condizioni».

«Sono seguite due rivalutazioni intermedie, una verso le 17 e la seconda verso le 19. Gli accertamenti da parte di un medico sono avvenuti attorno alle 21. Dopodiché la signora è stata sottoposta a raggi, Tac, esami di laboratorio. Nel frattempo, per una valutazione più precisa possibile e per l’individuazione della cura più appropriata, sono stati consultati anche altri specialisti. Ammettiamo - chiude Bertolami - tempi difficilmente accettabili per una persona di età così avanzata».













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