Il futurismo costruttivo di Depero e Balla guarda oltre l’universo

Venerdì nella Casa d’Arte di Rovereto inaugurazione della mostra “Manifesto 100”. Un viaggio creativo



ROVERETO. Quando nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero firmano il Manifesto Ricostruzione futurista dell'universo, il movimento futurista si avvia verso una seconda fase nella quale l’esigenza di un’arte totale aspira ad influenzare molti aspetti dell’esistenza attraverso una radicale trasformazione dell'ambiente: dall'arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza, dal manifesto pubblicitario alla progettazione dell'oggetto d'uso. Balla con la sua casa d’arte aveva progettato e realizzato l'intero arredamento, Depero invece con la produzione di arazzi e cuscini crea uno spazio per realizzare oggetti d'arte, mobili, giocattoli, maquettes caratterizzati da strutture essenziali e da linee dinamiche. Su questi due grandi artisti futuristi si incentra la mostra “Manifesto 100. Ricostruzione futurista dell'universo” che verrà inaugurata venerdì 13 novembre alle 18 negli spazi della Casa d'arte Depero di Rovereto. L’idea di autopromozione prende piede grazie all’editoria e la corrispondenza, testimoniata in mostra attraverso documenti e fotografie che mostrano la genesi di un manifesto che cambia per sempre il senso di marcia del movimento futurista, orientato verso un’attività ricostruttiva e operosa. «Attivo per quarant’anni, Fortunato Depero è un personaggio a tutto tondo che ha sfidato le convenzioni attraverso un processo creativo in grado di spaziare dal teatro alla pubblicità; dal design all’artigianato attraverso la sperimentazione di differenti tecniche, come dimostrano le sue celebri tarsie di stoffe colorate», affermano i curatori Federico Zanoner e Nicoletta Boschiero. Nel celebre manifesto Ricostruzione futurista dell’universo firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel marzo 1915 gli intendimenti erano chiari: «Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all'imponderabile, all'impercettibile».













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