Giro d'Italia

Simoni: «Ad Andalo Nibali si dovrà difendere»

Il pronostico degli ex trentini: anche per Fondriest, Bertolini e Casagranda è in difficoltà


Maurizio Di Giangiacomo


ANDALO. Il Giro d’Italia non è ancora finito, ma l’impressione è che Vincenzo Nibali non sia quello capace di trionfare alla Corsa Rosa del 2013 ed al Tour del France nel 2014. Un’opinione condivisa anche da quattro “vecchi leoni” del ciclismo trentino, che abbiamo voluto interpellare alla vigilia della tappa di Andalo: pur con qualche distinguo, Maurizio Fondriest, Gilberto Simoni, Stefano Casagranda ed Alessandro Bertolini concordano sul momento di difficoltà dello Squalo dello Stretto.

«Ieri (domenica, ndr) li ho visti partire – racconta Fondriest – Valverde e Kruijswijk forte, Chaves piano ma poi in crescendo, mentre Nibali era proprio legnoso, aveva la scarsa fluidità di pedalata del finale del tappone dolomitico. Evidentemente, quella di Valverde a Corvara era stata una crisi di fame, quella di Vincenzo invece era stanchezza. Poi, intendiamoci, il ciclismo è bello perché può sempre smentirti, tutto può ancora succedere».
E la tappa di oggi ad Andalo? «È una tappa corta dopo il giorno di riposo, conoscendo Martinelli (il direttore sportivo di Nibali all’Astana, ndr) non escluderei che ci provasse già domani, isolando Kruijswijk già sulla Mendola. Ma dopo c’è tutta la Val di Non e all’olandese basterebbe tenere sulla salita finale. Chi può giocare un po’ è la Movistar, ma Amador mi sembra in difficoltà».

«Secondo me Nibali non ha recuperato le fatiche del tappone dolomitico – dice Gilberto Simoni, vincitore di due edizioni del Giro d’Italia e altre cinque volte sul podio – Il giorno di riposo dovrebbe aiutarlo a resettare tutto e a stare un po’ più tranquillo. È sempre lì davanti, gli avversari che dovevano esserci li ha già eliminati, il problema è che ce ne sono degli altri, l’olandese Kruijswijk ed il colombiano Chaves, che hanno un po’ scombussolato i suoi piani». Nibali all’attacco nella tappa di oggi per recupare? «Io non credo, anzi, temo che debba stare attento, questa tappa viene sottovalutata ma salita ce n’è e dopo il giorno di riposo che rimescola le carte è sempre un po’ un’incognita: se ha recuperato lo vedremo con i migliori, altrimenti rischia grosso».

Prudente, ma anche pronfonda l’analisi di Stefano Casagranda. «Mi sembra evidente che Nibali non pedali bene come in passato – dice l’ex passista borghigiano – ma Vincenzo ha una grandissima esperienza, non mi azzarderei a darlo per battuto alla vigilia di un’ultima settimana di Giro che può dire ancora tanto. Quello che mi sento di dire è che, nonostante un livello non proprio irresistibile, gli italiani in grado di mettersi davvero in mostra sono pochissimi».

L’unico davvero ottimista sulle possibilità di Nibali di ribaltare la situazione è Alessandro Bertolini: «Nibali non è quello degli anni scorsi, ma il Giro è ancora lungo – dice il moriano – e lui è un ciclista che sa uscire alla distanza, facendo grandi cose nella terza settimana, quindi aspetterei a darlo per vinto, anche perché può contare su un grande Scarponi. Non mi sembra che la tappa di domani (oggi, ndr) possa incidere chissà quanto sulla classifica generale, anche se le frazioni dopo il giorno di riposo costituiscono sempre un’incognita. Credo che la tappa regina sia quella del Colle dell’Agnello, sperando nel bel tempo, perché quel giorno saliranno davvero molto in alto».

Twitter: @mauridigiangiac

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