al bar fontanari

L’addio del “Tasso” Janes alle corse

Ieri a Trento la festa per il ritiro del “re” delle due ruote amatoriali


Luca Franchini


TRENTO. «Dopo 37 anni di carriera, è arrivato il momento di dare l’addio alle corse». Le parole, pronunciate un po’ a fatica ma convinte, sono quelle dell’inossidabile Silvano Janes, che ha chiamato a raccolta il pubblico degli appassionati delle due ruote per ufficializzare la propria scelta di appendere la bicicletta al chiodo. Una passione nata quasi per caso e che, nei quasi quarant'anni di onorata carriera, ha portato al “Tasso”, tra strada e mountain bike, la bellezza di dieci maglie iridate (l’ultima arrivata a fine agosto ai Mondiali mtb di Andorra), cinque titoli europei e quaranta titoli di campione italiano, senza dimenticare l’assalto al record dell’ora, la prestigiosa vittoria alla Nove Colli e una miriade di maglie di campione provinciale e regionale.

Un guardaroba che farebbe invidia a fior fior di campioni. E campione, seppur nel mondo delle due ruote amatoriali, Janes lo è stato: professionista in tutto e per tutto, in primis per la grande costanza negli allenamenti, spesso a fianco dei campioni di casa nostra, da Moser fino a Gibo Simoni e Daniel Oss. A sessant'anni, il veterano ha deciso di dire “basta” e lo ha fatto convocando gli amici, compagni di squadra (e anche avversari) di sempre al Bar Fontanari del “patron” della sua squadra, la Brao Caffè Unterthurner. Sono accorsi davvero in tanti per tributare il meritato applauso al “Tasso”: dal grande amico e compagno di allenamento Martino Fruet fino al compagno di mille battaglie Gabriele Valentini.

«Fino a 20 anni ho giocato a calcio, facendo anche un provino con la Fiorentina – ha detto Janes -. Ho iniziato a pedalare come riabilitazione in seguito a un brutto infortunio al ginocchio. Iniziai a correre con la Nuova Neon di Povo e la mia carriera è iniziata così». Janes è stato uno dei pionieri della mountain bike a livello nazionale, sempre affascinato dalle nuove sfide, gran parte delle quali le ha vinte.

«Prima che un addio alle corse, questo vuole essere un momento di festa per i miei 60 anni e per la conquista della decima maglia iridata – ha spiegato il “Tasso” -. Sia chiaro, non smetterò di andare in bici, anzi. Ma ora ho altri progetti, come quello di insegnare ad andare in bici ai giovani. Voglio mettere la mia passione e la mia esperienza a loro servizio». 













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