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Il bostrico si espande nei boschi trentini, alimentato dalla siccità: +22% nel 2022

Avviato un monitoraggio insieme alla Fondazione Mach. Il servizio foreste: «Diffusione continuerà ancora per qualche anno». Il ruolo degli antagonisti “naturali”



TRENTO. Nell'ultimo triennio e fino a fine 2021 il bostrico ha attaccato oltre 594mila metri cubi di legname in Trentino, pari a circa il 15% dei danni provocati da Vaia, su una superficie complessiva di 5.300 ettari.

Il confronto delle catture ottenute nella prima metà della stagione 2022 rispetto al 2021 ha messo in evidenza un aumento medio del 22%. Un  dato che conferma che le temperature miti dello scorso inverno hanno causato una bassa mortalità delle colonie e una veloce ripresa degli attacchi nella primavera seguente.

"Il volume totale danneggiato e le superfici interessate verranno quantificate solo a fine stagione e solo quando saranno visibili i danni provocati dalla seconda generazione. L'evoluzione è preoccupante anche alla luce del perdurare di alte temperature e siccità", ha osservato l'assessora provinciale Giulia Zanotelli presentando ieri (19 luglio) il piano della Provincia per contenere il bostrico tipografo, l’insetto che attacca l’abete rosso.

Da alcune settimane è in corso un monitoraggio del corpo forestale in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach.

La popolazione  di bostrico si concentra su piante infestate ancora verdi e l’azione di contenimento efficace deve concentrarsi su di esse, è stato spiegato. Un ruolo importante è giocato dagli antagonisti naturali del bostrico, come predatori (coleotteri e picchi), parassitoidi (vespe) e funghi. Pur non essendo in grado di impedire la diffusione, gli antagonisti contribuiscono - assieme ai meccanismi di autoregolazione e all’andamento climatico - a far rientrare le fasi di picco. Per questo motivo, se da un lato l’asportazione immediata delle piante infestate riduce la popolazione di bostrico, dall’altro lato riduce anche la possibilità che si sviluppino organismi antagonisti.

Sono in corso attività di prevenzione e individuazione precoce degli attacchi. Tra questi, si segnala il modello matematico fenologico Phenips, messo a punto e gestito dall'Istituto di entomologia dell'Università di Vienna.

Secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia, la diffusione del bostrico in Trentino è destinata a proseguire ancora qualche anno. 

I distretti forestali più colpiti sono stati quelli di Cavalese, Primiero, Borgo Valsugana e Pergine Valsugana. Nel 2022 si segnala tuttavia un'ampia diffusione sull'intero territorio trentino a causa della siccità. 

"Le operazioni di assegno del legname su superfici bostricate sono continuate anche nel periodo invernale e primaverile – ha spiegato il dirigente del Servizio foreste Giovanni Giovannini - con l’obiettivo di rendere disponibile già ora il materiale danneggiato dalle generazioni di bostrico del 2021”. In totale, dal primo di gennaio 2022 al 15 giugno 2022 sono assegnati con progetti di taglio ulteriori 235.000 metri cubi di abete rosso per una superficie complessiva (stimata) di oltre 930 ettari. Il danno provocato nel corso del 2022 sarà quantificato solo a fine anno.
Infine, si segnala che parallelamente si cominciano a rilevare presenze massive di insetti patogeni sempre a carico dell'abete rosso (Elatobium abietinum).













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