grandi predatori

“I lupi sulla statale a Mori? Scenderanno ancora in valle a cercare cibo”

Mario Mazzoldi, rettore della sezione cacciatori Nago-Torbole: il loro versante di caccia sono i versanti orientali dell’Altissimo e del Baldo, dove la neve dura meno



MORI. L’uccisione notturna di due giovani lupi sulla ex statale per il lago di Garda, nella zona di Mori, ha ulteriormente “acceso i riflettori” sulla presenza di questi predatori nel fondovalle.

La notizia ha assunto un maggiore rilievo in quanto sembra che sia la prima volta che in questo territorio accade un fatto del genere. S’aggiunge una interessante documentazione fotografica scattata nella nottata dell’investimento del primo animale selvatico che mette in evidenza la ‘passeggiata” sulla ex statale.

Si nota un esemplare davanti al negozio Tigota, all’altezza dell’abitato di Mori Superiore. Un altro flash inquadra l’interno della galleria dopo l’investimento della femmina la quale non era in grado di proseguire essendo stata colpita alle zampe posteriori. Al mattino gli agenti della Forestale l’hanno rinvenuta ancora viva in un campo vicino, ma per le gravi ferite riportate è stata abbattuta.

La notte successiva è toccata al lupo maschio. All’alba un automobilista ha scorto sul ciglio della carreggiata la carcassa dell’animale. Dagli accertamenti del veterinario è risultato che i traumi subiti sono compatibili con un investimento da parte di un automezzo.

Le scorribande notturne nel periodo autunno-invernale di questi carnivori a Mori, nel territorio del rio Cameras e più limitate a Nago-Torbole, sono destinate ad aumentare come conseguenza del  proliferare sul monte Altissimo.

Già lo scorso anno un lupo era stato immortalato a Loppio, proveniente dalle balze grestane, mentre correva nei prati retrostanti un negozio di formaggi in direzione dell’Altissimo.”I due giovani lupi travolti ed uccisi a Mori, dell’età presumibile di 19 mesi, provenivano dallo stesso gruppo presente in estate nella valletta del Parol, in quel di Brentonico al limitare con quello di Nago-Torbole”, spiega Mario Mazzoldi, un riconosciuto esperto del settore venatorio nonché rettore (presidente) della sezione cacciatori di Nago-Torbole che con i suoi colleghi nembrotti monitora costantemente sull’ampio territorio di competenza la situazione della fauna selvatica per individuare possibili criticità comprese quelle ambientali.

“Finora sono gli unici animali di questo genere che sono stanziali in zona. Risale a qualche anno fa la presenza del primo esemplare, un maschio, quasi sicuramente migrato dal Baldo aviense dove prolifera una “colonia” di questi carnivori originari dei monti Lessini. Successivamente è stato notato girovagare con un altro lupo, una femmina, e nel contempo sono aumentate le loro scorribande colpendo gli animali selvatici, soprattutto, caprioli e camosci. Da un nostro censimento – prosegue Mazzoldi – emerge che questi ungulati in due anni nel territorio di Nago-Torbole sono passati da 106 a 70 capi. Non sono mancate le incursioni alle malghe ed agli allevamenti isolati sbranando pecore, capre, asinelli. Tra gli obiettivi, malga Parol (sbranato un asinello e spaventata l’intera mandria che provvisoriamente era stata spostata alla vicina malga Campei). L’habitat naturale dei lupi sono le distese prative in quota, ma, per la ricerca delle loro prede, sono costretti a scendere nel sottostante territorio boschivo, a loro non congeniale, e, talvolta, nel fondovalle. E’ quanto avvenuto nei giorni scorsi a Mori, con l’uccisione di due giovani esemplari”.

Mario Mazzoldi prevede che le incursioni notturne in questa zona proseguiranno in continuazione e passeranno inosservate se non accadranno fatti particolari, come investimenti di questi carnivori o la cattura di particolari prede (ovini, asinelli, giovani bovini o cani, quest’ultimi molto ricercati).

“Se il terreno di caccia tardo autunnale ed invernale dei lupi è il versante orientale dell’Altissimo e del Baldo dipende da fattori ambientali – spiega Mazzoldi – Infatti è situato ad oriente, cioè al “levar del sole” e, di conseguenza, l’innevamento risulta meno duraturo rispetto a quello naghese-torbolano. Ciò richiama la fauna selvatica alla ricerca di cibo. Se in quota risulta impossibile per il perdurare della copertura del terreno, gli animali scendono più in basso fino al fondovalle. Non è raro che dai dintorni di Loppio e nella valletta del rio Cameras, Mori compreso, si segnala frequente presenza di camosci e caprioli”. A.CAD.













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