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Omicron 2 spinge i contagi, la Gran Bretagna accelera la quarta dose ai vulnerabili

Risalgono anche i ricoveri ma per il governo di Boris Johnson non è in discussione la fine delle restrizioni 



LONDRA. L'effetto della sotto variante Omicron 2 continua a far risalire i contagi da Covid anche nel Regno Unito, come in altri Paesi europei. Lo confermano i dati aggiornati a oggi che portano a quasi 85.000 la media di casi quotidiani (600.000 in una settimana) certificati su circa 700.00 tamponi al giorno; mentre a livello di proiezioni settimanali rese note dall'Office for National Statistics (Ons) sulla base di calcoli a campione, il totale stimato negli ultimi sette giorni esaminati - fra casi sintomatici e non - torna attorno a un milione d'infezioni.

La tendenza inizia a coinvolgere anche gli indicatori sul numero dei morti che risalgono a una media di 130-140 al giorno (950 nell'ultima settimana) e sul totale dei ricoveri negli ospedali, risaliti oltre quota 17.000 (14.000 circa nell'ultima settimana): seppure con un impatto per ora più limitato di casi gravi costretti alla ventilazione assistita in terapia intensiva (più o meno stabili al momento a 302).

La protezione immunitaria garantita dalle vaccinazioni e dalle terze dosi booster di massa appare comunque in frenata, tanto da aver suggerito al governo di Boris Johnson e alle autorità sanitarie di anticipare a partire da questa settimana il via alla campagna di quarte dosi già annunciata per metà primavera: campagna limitata, almeno per adesso, a una platea di 5 milioni di persone fra over 75enni, immunodepressi dai 12 anni in su e ospiti delle case di riposo.

Non risulta viceversa in discussione, al momento, la revoca della fine di tutte le restrizioni attuata sull'isola a iniziare dall'Inghilterra da ormai due mesi. Tanto più che il rimbalzo dei casi Omicron non appare superiore nel Regno rispetto a Paesi dell'Europa continentale di dimensione simile dove alcune cautele sono rimaste in vigore; mentre all'interno della stessa isola fa registrare paradossalmente in proporzione stime peggiori in Scozia (salita a un contagio ogni 11 abitanti), dove le mascherine restano ad esempio obbligatorie in trasporti pubblici e negozi, rispetto all'Inghilterra (uno ogni 16), dove qualunque vincolo è stato abolito fin da metà gennaio. 













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