la guerra in ucraina

Bombe dal mare, ora è Odessa nel mirino dei russi

Le sirene sono suonate quattro volte, cittadini nei rifugi. Si combatte a nord di Kiev, anche Mariupol attaccata dal mare d’Azov



ROMA. Dopo Kharkiv e Kiev, ora è Odessa ad essere nel mirino dell'esercito russo. Principale porto dell'Ucraina, la città sul mar Nero teme di finire sotto assedio: il nemico potrebbe arrivare da est, una volta superata la resistenza di Mykolaiv, ma soprattutto dal mare. Sono 14 le navi russe che si stanno avvicinando, con un dragamine ad aprire la strada.

Nella notte sono iniziati i bombardamenti sulle coste a sud: nel mirino infrastrutture militari, nella zona di Belgorod-Dnestrovsky. Sono stati lanciati razzi e - come ha riferito Anton Gerashchenko, Consigliere del Ministro degli Affari Interni dell'Ucraina - sono stati sparati colpi di artiglieria. Per il momento non ci sono stati tentativi di sbarco di truppe.

Nella città del sud dell'Ucraina - conosciuta per le spiagge e l'architettura di edifici come il Teatro dell'Opera, ma soprattutto per la monumentale scalinata immortalata nel film "La corazzata Potemkin" - le sirene per "attacco aereo" sono suonate quattro volte in poche ore, costringendo i cittadini a correre nei rifugi.

Analoghi allarmi sono stati attivati negli ultimi minuti anche a Poltava, Dnipro, Ivano-Frankivsk e Leopoli (2.53).  Esplosioni sono state sentite nella notte alla periferia di Kiev mentre le sirene anti-raid continuano a suonare nella capitale dell'Ucraina. Lo riportano gli inviati della Cnn sul campo. Le esplosioni sono iniziate dopo il tramonto.
Mariupol, da giorni sotto assedio da parte delle forze russe, è stata attaccata anche dal mare di Azov. Lo riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. "I primi missili - spiega - sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città". L'ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe "che costringono i medici a curare i loro feriti" e "usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo del nosocomio da parte dei nostri soldati".

L'Ucraina accetta ormai il fatto che non potrà entrare nella Nato, ma chiede garanzie per la propria sicurezza riservandosi il diritto di stringere patti con singoli Paesi. Si va delineando, attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, la posizione di Kiev nelle trattative per la fine della guerra. Ma Vladimir Putin gli risponde con una chiusura: "L'Ucraina non mostra di voler seriamente trovare soluzioni mutualmente accettabili", ha affermato il capo del Cremlino in una telefonata con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.













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