«Viaggiare ed imparare per poi tornare a casa» 

Frapporti, viticoltore ad Isera, ha studiato anche in California ed in Argentina «Orgoglioso di dare continuità ad una realtà viticola che ha centinaia d’anni»


di Carlo Bridi


ISERA. Questa settimana, ci troviamo a raccontare la storia di un giovane che ha dell’eccezionale, per chiarezza d’idee e per la capacità di analisi sulle prospettive future: Giovanni Frapporti. La formazione lo ha visto integrare il corso di laurea, conseguito ad Udine in viti-enologia, con dei lunghi soggiorni all’estero. La sua base di partenza è stato il diploma di enotecnico all’Istituto Agrario di San Michele. L’ultimo anno dell’Università lo ha fatto tutto all’estero, sei mesi in California ed un anno intero in Argentina. Queste esperienze lo avrebbero portato anche a trovare un’ottima sistemazione di lavoro in quei paesi, ma il forte richiamo della sua azienda lo ha fatto ritornare in quel di Isera, dove si è messo con una marcia in più a lavorare nell’azienda viticola di famiglia, dopo aver fatto una breve stagione lavorativa in fase di vendemmia in Cantina sociale, per ora assieme al padre. «Poi si vedrà. Il papà ha solo 55 anni ed ha le sue idee, frutto della sua esperienza in campo, ma io ho le mie, frutto di un lungo percorso formativo sia in Italia che all’estero». Dubbi sulla tua scelta? «Per ora no-afferma- anche perché vedo delle potenzialità enormi nella mia azienda. Per me è stato un motivo d’orgoglio poter dare continuità ad una realtà viticola che ha centinaia d’anni, in una zona particolarmente vocata alla viticoltura. Anche quando ero all’estero non ho mai avuto dubbi: io sarei ritornato a fare il viticoltore ad Isera. Certo -prosegue- per ora la nostra uva viene conferita alla Cantina sociale di Isera, una cantina che ritengo, poiché ci ho anche lavorato brevemente, una cantina all’avanguardia. Nei miei progetti futuri c’è quello di arrivare a farmi una cantina mia, per valorizzare sia la mia specializzazione in viti-enologia, che le mie uve. Vorrei continuare anche a viaggiare, perché un costante confronto con ciò che succede nel mondo del vino è particolarmente importante». A 25 anni non manca neanche un sogno nel cassetto: creare un connubio fra l’ azienda ed il territorio. «Lo ho visto fare con successo anche in Francia».

Frapporti, essendo cresciuto in campagna dove il rispetto della natura è sempre stato importante, ha maturato una forte sensibilità ambientale e di grande rispetto della biodiversità. «Per questo -precisa- già da due anni coltiviamo l’azienda con il metodo biologico, ma non abbiamo mai chiesto la certificazione. Siamo però convinti che il nostro modello produttivo è poco impattante sull’ambiente e più salubre per chi coltiva le viti. L’uva, per ora, viene conferita alla Cantina sociale di Isera che la valorizza abbastanza bene, anche perché la maggior parte dei vigneti dei soci è collocata in collina, dove si possono ottenere vini di alta qualità. Non va poi dimenticato il fatto che, per la nostra viticoltura, stimo attraversando un momento molto favorevole». In prospettiva i progetti di Frappoti prevedono una cantina propria, per vendere poi il vino in bottiglia.

Da sempre Giovanni coltiva l’hobby della chitarra, che lo ha accompagnato anche in giro per il mondo. Chiediamo a questo punto cosa dicono i suoi amici della sua scelta. «Nel complesso mi sostengono anche con giuste critiche e tanti consigli, è una scelta che vorrebbero fare in molti, se ne avessero la possibilità. Io ho avuto questa fortuna. «Isera-conclude Frapporti- essendo un paese con una buona agricoltura, vede la presenza anche di parecchi giovani con i quali ci confrontiamo sul nostro futuro. Lo vediamo molto positivamente, se guardiamo il settore. Siamo invece molto preoccupati, come tanti, se guardiamo il quadro generale dell’economia e della politica, che non ispira molta fiducia ai giovani».













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