l’intervista

L’allarme di Barbacovi: “Molte piccole stalle di montagna rischiano di chiudere”

Dopo la grande manifestazione in centro a Trento, il presidente di Coldiretti si sofferma sugli enormi rischi per il settore: “I prezzi di concimi, antiparassitari e carburanti sono saliti in modo folle”. Tra le richieste lo sblocco dei fondi del Pnrr da spalmare sulle varie filiere e la rinegoziazione dei mutui

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di Carlo Bridi


TRENTO. E’ stata un grande successo la manifestazione organizzata giovedì in centro a Trento dalla Coldiretti per dire no alla guerra, per esprimere la propria solidarietà al popolo dell’Ucraina e per denunciare l’insostenibile aumento dei prezzi di tutte le materie prime e dei mezzi di produzione.

Sui significati e gli obiettivi della manifestazione abbiamo sentito il presidente regionale di Coldiretti, Gianluca Barbacovi.

Presidente Barbacovi, innanzi tutto perché questa manifestazione?

I motivi erano essenzialmente due: innanzi tutto per dire no alla guerra, è assurdo che nell’anno 2022 si debba ricorrere alla guerra per dirimere le questioni fra gli stati con tutti i dolori e le morti che sta causando. Poi perché il mondo agricolo sta subendo un aumento vertiginoso delle materie prime e dei mezzi di produzione, i fertilizzanti che son schizzati all’insù del 160%, i carburanti del 90%, i mangimi del 50%, solo per citare alcuni prodotti. Ma non solo: risulta difficile trovare sul mercato ad esempio i concimi.

Quale bilancio si sente di fare della manifestazione vista la presenza di oltre 550 contadini oltre a una trentina di sindaci e all’assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli?

La manifestazione è riuscita molto bene, siamo particolarmente grati oltre che ai nostri soci, agli oltre 30 sindaci presenti che hanno portato importanti testimonianze di vicinanza e di solidarietà.

Qual era l’umore che si percepiva fra i i presenti con tante bandiere della Coldiretti ma anche dell’Ucraina?

La preoccupazione nel mondo agricolo è molto forte perché in questa situazione dopo 2 anni di pandemia ed ora con le conseguenze della guerra non si può programmare nulla per il futuro, tutto sembra incerto e per un imprenditore questa è la cosa peggiore.

Quali sono i settori maggiormente colpiti dagli aumenti delle materie prime e dei mezzi di produzione?

Sicuramente il primo ad andare in crisi è stato quello zootecnico essendo un settore con una larga presenza di piccole stalle di montagna che rischieranno di chiudere, con i suoi caseifici cooperativi molto energivori: sono passati 2 mesi da quando è arrivata la pesante denuncia da parte degli addetti al comparto, ma poi a ruota sono seguiti anche gli altri settori, ora i frutticoltori e i viticoltori devono fare i conti con gli acquisti dei concimi, degli antiparassitari, dei carburanti e tutti hanno dei prezzi saliti in modo folle. Per non parlare dei trasporti, del packaging, dal cartone alla plastica all’energia necessaria per i magazzini frutta e cantine.

Quali sono le principali richieste che avete a fatte davanti al centro Santa Chiara?

Fra le più importanti lo sblocco dei fondi del Pnrr da spalmare sulle varie filiere; la rinegoziazione dei mutui per portarli a 25 anni e a tassi sostenibili; un intervento risolutivo nei confronti della fauna selvatica, i nostri produttori son arcistufi di avere il loro mais distrutto dai cinghiali, le loro manze in malga sbranate dai grandi predatori.

Al Commissario del Governo cosa avete chiesto?

Abbiamo porto tutte le nostre richieste, le nostre proposte per la soluzione dei vari problemi cominciando dalla revisione della Politica Agricola Europea che deve puntare a rendere autosufficiente la produzione delle derrate alimentari per i propri abitanti in quanto il cibo sta diventando sempre più un prodotto strategico.

Ma Barbacovi precisa: “La nostra non era una manifestazione solo per denunciare ma anche per fare delle proposte che porteremo in una grande manifestazione a livello nazionale”.













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