Guida vini L'Espresso, la regione è al top nazionale

San Leonardo e Foradori al vertice provinciale, bene anche Poli e Pojer&Sandri. Migliore «bollicina» dello Stivale è l’Extra Brut Riserva Lunelli 2006


di Angelo Carrillo


TRENTO. Pioggia di premi nella dodicesima edizione della guida «I Vini d’Italia» de l’Espresso, da oggi in edicola, per i vini del Trentino Alto Adige. Le due province, con le dovute differenze, si attestano tra i principali produttori italiani e ottengono ben 29 piazzamenti tra i vini dell’eccellenza (punteggio di almeno 18/20), il massimo riconoscimento tributato ogni anno dalla guida de l’Espresso. Trentino in recupero rispetto allo scorso anno, anche se il divario, nel numero delle eccellenze, con l’Alto Adige è ancora considerevole: 10 trentine contro le 19 altoatesine. Migliore «bollicina» dell’edizione 2014 è l’Extra Brut Riserva Lunelli 2006 della cantina Ferrari. Al top dei vini bianchi italiani il Feldmarschall 2011 Tiefenbrunner (Cortaccia).

Dopo 25 mila vini degustati i curatori Ernesto Gentili e Fabio Rizzari con il direttore Enzo Vizzari hanno decretato quello che ormai è un successo consolidato. L’Alto Adige in testa grazie alla performance sempre più convincente dei suoi grandi vini bianchi, con un particolare primato per la Valle Isarco, e il Trentino con le sue punte di altissima qualità. E partiamo da qui segnalando in primo luogo il miglior vino della provincia, il luminoso Riesling Le Strope 2010 di Zanotelli che si aggiudica il punteggio di 18 ventesimi. Un bel record. Il Trentino che si delinea nella guida di quest’anno è una regione vitivinicola, scrivono i curatori, ricca di ottime bottiglie.

Le aziende note da molto tempo agli appassionati (San Leonardo, Foradori, Ferrari, Pojer&Sandri) sono affiancate da un gruppo di produttori che lavora senza compromessi in direzione della qualità: Rosi, Fanti, Donati, Bellaveder, Maso Furli, Zanotelli, solo per citarne alcuni. Ampio come sempre il ventaglio di tipologie proposte, che spazia dal celebre Trento per le bollicine metodo classico al succoso Teroldego Rotaliano, un rosso sempre più ricco di interpretazioni di valore. Vengono giustamente segnalate, a tale proposito, le ultime selezioni di Elisabetta Foradori.

Poi un vino raro e delizioso come il Groppello dove spicca un Lasterosse 2010 di Pancheri. A pochi mesi dalla scomparsa di Augusto Zadra “El Zeremia” che di questo vino si era fatto ri-scopritore e promotore è una bella notizia. Rimanendo nel campo dei rossi, un nucleo produttivo storico come Vallarom viene segnalato sul mercato con uno stilizzato Pinot Nero 2010. Riusciti secondo tradizione i rossi di ispirazione bordolese, a cominciare dalle eccellenti etichette di San Leonardo. Non mancano notevoli bianchi, tra i quali spiccano l’Isidor 2010 di Alessandro Fanti, il Besler Biank 2008 di Pojer&Sandri e il luminoso Riesling Le Strope 2010 di Zanotelli, premiato come detto con un ottimo punteggio.

Se ne trovate qualche bottiglia, consigliano infine i curatori da non lasciarsi sfuggire infine il Vino Santo (spettacolare un classico della tipologia, il 2004 di Giovanni Poli), elegante vino dolce prodotto nella zona della Valle dei Laghi, che gli esigui numeri produttivi relegano però ancora oggi a prodotto di nicchia.

Slendide notizie naturalmente anche dall’Alto Adige che primeggia, a pari merito, come miglior bianco italiano. Il Feldmarschall Tiefenbrunner 2011 (Cortaccia) premiato con il punteggio quasi assoluto di 19 ventesimi. Un vero punto di forza quello dei vini bianchi, che si è trasformato in un successo squillante, grazie a una una generazione di viticoltori meticolosi e al decisivo contributo delle cantine sociali, qui di proverbiale bravura. Il bilancio della ultima tornata di assaggi raccontano i curatori è come ogni anno molto positivo. Si confermano vero atout i raffinati vini da uve Pinot bianco. 18/20 vanno al Praesulis 2012 Gumphof. Spiccano quelli provenienti dai suoli porfirici di Terlano - il classico Vorberg e il magnifico Eichhorn di Manincor - e l’elegante versione prodotta da Markus Prackwieser. Se il Pinot Bianco è sinonimo di delicatezza gustativa, i vigorosi bianchi della Valle Isarco convincono per la sapidità e per la profondità dei profumi: quest’anno non tanto con il riesling, ma con vitigni come il Veltliner e soprattutto il Sylvaner: da quest’ultima varietà arriva una pattuglia di altissimo livello qualitativo.

Segnano invece un po’ il passo, complice un’annata 2012 poco felice, i Sauvignon, in media poco profumati e poco maturi. Il suo pendant aromatico più tradizionale, il Gewürztraminer, trova invece nello stesso millesimo una felicità espressiva sorprendente, con vini meno statici e zuccherini del solito e anzi freschi, longilinei e reattivi.

Sul versante dei rossi, segnaliamo una grande entrée che conferma un fenomeno che va via più consolidandosi: il successo dei vini altoatesini a base schiava. Il primo a tagliare il traguardo della guida espresso è il Santa Maddalena 2012 Untermoserhof di Georg Ramoser. Naturalmente si lasciano apprezzare come sempre i Lagrein, meno pesanti e dimostrativi di un tempo, scrivono i curatori, mentre rimangono vini non sempre sfumati i tradizionali uvaggi bordolesi, anche se il Kampill di Mayr ci è sembrato eccellente.

Annata interlocutoria infine per i Pinot Nero, senza acuti degni di nota specificano i curatori. Ricordiamo infine che più di un quarto dei vini di eccellenza arrivano in enoteca a un prezzo inferiore ai 15 euro: si può bere benissimo senza svuotarsi il portafoglio. Da segnalare in questo senso la grande performance qualità/prezzo di ben 5 etichette altoatesine che con punteggi davvero notevoli da 18 e 18,5 ventesimi di alcune etichette dal prezzo davvero abbordabile vedi il Terlano Réserve della Contessa 2012 Graf Enzenberg - Manincor intorno ai 13 euro, il Valle Isarco Grüner Veltliner 2012 Nössing Manfred-Hoandlhof, l’Alto Adige Valle Isarco Sylvaner Brixner 2012 Köfererhof, l’Alto Adige Valle Isarco Sylvaner 2012 Nössing Manfred-Hoandlhof e il Lagrein Riserva 2009 Heinrich Mayr - Nusserhof sui 15 euro.

Stesso discorso anche per il Trentino dove ottime bottiglie, anche tra i Trentodoc vengono proposte sul mercato con prezzi davvero abbordabili nonostante l’ottima qualità. Insomma considerando che la massima classificazione è invece costituita da I Vini dell’Eccellenza, distinta dal simbolo delle cinque bottiglie corrispondenti a un punteggio di almeno 18/20. E che la Guida 2014 ne attribuisce 272 in totale su tutto il territorio nazionale, le 29 eccellenze raccolte in regione, ovvero più del 10 percento, contano davvero tanto.

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