Karl Kraus sulle tracce di Battisti

Rovereto, sabato e domenica “Gli ultimi giorni dell’umanità”. Prenotazioni aperte


di Paolo Piffer


ROVERETO. In Italia non è certo un testo teatrale particolarmente rappresentato. Per la sua ampiezza, quasi 800 pagine e complessità. Un’opera monstre quella di Karl Kraus, l’intellettuale viennese, scrittore, commediografo, giornalista, umorista, saggista che per scrivere “Gli ultimi giorni dell’umanità” impiegò circa sette anni. Un’invettiva poderosa contro la guerra maturata durante il primo conflitto mondiale, quando buona parte degli uomini di cultura inneggiavano alle armi, carica di sarcasmo e denuncia verso la monarchia imperiale asburgica, l’esercito, l’aristocrazia, la Chiesa, il sistema dell’informazione - “il capolavoro sommerso del teatro del XX secolo” l’ha definita la critica - che nel 1990 venne portata sul palcoscenico dal compianto Luca Ronconi. Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni dell’associazione fiorentina “Archivio Zeta” hanno studiato e lavorato con il regista scomparso lo scorso anno e quindi non è probabilmente un caso che, sulla scorta della lezione di un gigante del teatro, abbiano affrontato la “partitura” di Kraus per trarne una riduzione e un adattamento di un paio d’ore (c’è chi ha sostenuto che per proporla interamente si occuperebbe una decina di serate) che ha debuttato un paio d’anni fa e che sabato e domenica prossimi (9 e 10 luglio), nel corso di due repliche, verrà messa in scena al Sacrario di Castel Dante, sopra Rovereto, a partire dalle ore 18. Il doppio appuntamento (“Gli ultimi giorni dell’umanità. Macerie e frammenti dalla muraglia di Karl Kraus”) è promosso dal Comune di Rovereto ed è uno dei tasselli del calendario che la Provincia di Trento, insieme a tanti altri soggetti pubblici e privati, propone in questi anni di ricordo del Centenario della Grande Guerra. Inoltre, ricorrono in queste settimane i cento anni dalla morte, giustiziati dagli austro-ungarici, degli irredentisti Cesare Battisti (Kraus, indignato, ne scrive a lungo a proposito delle tante fotografie scattate durante il trasferimento al Buonconsiglio e l’esecuzione, una vera e propria gogna “mediatica”), Fabio Filzi e Damiano Chiesa (questi ultimi due sepolti proprio a Castel Dante). “E’ una grande riflessione sull’uso e l’abuso della guerra e della violenza – riflette Gianluca Guidotti – Tra l’altro, straordinariamente contemporanea, basti pensare all’assuefazione, pressoché generalizzata, alla violenza, attraverso la moltitudine di immagini a portata di mano di chiunque, dalle decapitazioni dell’Isis alle stragi ormai cicliche”. La pièce, itinerante, si svolgerà in sette stazioni, fuori e dentro il Sacrario. Il Criticone e l’Ottimista, i due personaggi principali, il filo conduttore della pièce, saranno impersonati dagli stessi registi attorno ai quali ruoterà un’altra decina di attori di cui uno fungerà da megafono delle voci dello stesso Kraus e di Ronconi (un vero e proprio omaggio). Questo spettacolo – riflettono Guidotti e Sangiovanni – è un tentativo di scavare negli archivi recuperando gli articoli originali, le incisioni delle voci, le fotografie dell’esecuzione di Battisti e mettere in relazione queste parole/macerie con il coro dei morti, ineludibile silenziosa presenza all’interno del testo”. Prenotazione obbligatoria, 150 spettatori massimo, tel. 0464 452253 o 452256.













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