L’interminabile agonia dell’ex Lago di Loppio 

Anche gli alberi stanno morendo. Naufragato il progetto milionario degli “spilloni”, vana  la manutenzione del tunnel. Resta una landa pantanosa, che inaridisce tra una pioggia e l’altra


MATTEO CASSOL


Mori. Per i moriani quella del lago di loppio svuotato è una ferita che a livello superficiale si è forse seccata come la “savana” che domina a fianco della statale tra mori e passo san giovanni, senza però mai rimarginarsi del tutto. a smuovere la cicatrice sono arrivati le foto di ivo cipriani che, pubblicandole su facebook e parlando di ennesima agonia del lago, ha aperto la diga delle manifestazioni di rammarico: «in quest'ultimo periodo – ha scritto cipriani – ho visto un'ecatombe di piante schiantate a terra e tantissime rinsecchite in piedi; salici e pioppi ormai lì da mezzo secolo sono in fortissima sofferenza. fino a quattro anni fa la distesa era tutto un verde, ora si vedono spianate brulle di ettari». e ancora, «una marea di rospetti girano e saltellano disorientati in mezzo al deserto, fanno una tenerezza da matti... non so quanti riusciranno a prendere la via dei boschi». nel frattempo finiscono preda, tra gli altri, di aironi cinerini.

Due gli interventi (costosi) che hanno illuso chi sperava in un ritorno del lago di loppio a una condizione almeno lontanamente comparabile a quella degli anni ’50, prima dei lavori per la galleria adige-garda che lo drenarono. li ha ricordati il consigliere comunale moriano cristiano moiola: «l’ultimo assessore provinciale ad aver affrontato la questione senza risultati si chiama mauro gilmozzi, il quale aveva sperato che con gli ultimi lavori di manutenzione della galleria nel 2016 si sarebbe ridotta la perdita delle acque e il lago sarebbe rinato. ma la cosa grave è aver finanziato gli interventi di ripristino del 2006, costati quasi 3 milioni di euro, che comportavano la costruzione di spilloni, buchi nella montagna lunghi 800 metri dal diametro di 15 centimetri che avrebbero dovuto trovare l'acqua ma non hanno trovato nulla».













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