Visite urgenti, tempi d'attesa accorciati

Soddisfatto l'80% delle richieste. Male le colonscopie: bisogna aspettare 45 giorni


Sandra Mattei


TRENTO. Prestazioni sanitarie che superano il milione l'anno, al 90% in regime istituzionale (non in libera professione). Aumentano le richieste di visite urgenti (Rao), passate dall'11,3% del 2010 rispetto al 10,7% del 2009. Ma aumentano anche i tempi d'attesa di colonscopie e di visite oculistiche, mentre le prestazioni urgenti rientrano nei tempi prestabiliti (massimo 30 giorni) nell'83,8% dei casi.

I tempi d'attesa delle visite mediche e la priorità di alcune analisi per individuare patologie a rischio, sono al centro di un convegno ieri e oggi a Trento che ha riunito medici e manager da tutta Italia. In Trentino il sistema Rao, esperienza pilota esportata in altre regioni d'Italia, ha portato nel 2010 a soddisfare le richieste urgenti nell'83,8% dei casi (entro i 30 giorni), mentre le prestazioni entro 3 giorni sono state soddisfatte nell'81,9% dei casi. Se sono migliorati i tempi d'attesa per le richieste urgenti, non sempre sono migliorati quelli delle prestazioni di routine. Qualche esempio: per la colonscopia si attendevano 37 giorni nel 2008, 35 nel 2009, ma nel 2010 si è passati a 45. Peggiorati i tempi anche per elettrocardiogramma da sforzo (2008: 29 giorni, 2009: 32, 2010: 38) e per le visite oculistiche (2008: 31 giorni, 2009: 33, 2010: 38). Le cose vanno meglio per la Tac al capo (2008: 18 giorni, 2009: 14, 2010 14) e per l'eco all'addome (2008: 22 giorni, 2009: 17, 2010: 13).  L'assessore alla sanità Rossi, dal canto suo, ieri al convegno ha auspicato che «si raggiungano margini di miglioramento anche per i ricoveri chirurgici, adottando specifiche agende informatizzate».  Tornando alle prestazioni Rao, raggruppate a seconda dell'urgenza (tipo A da 0 a 3 giorni d'attesa, tipo B da 0 a 10 giorni, tipo C da 0 a 30 giorni), ne ha ripercorso l'esperienza, Giuliano Mariotti, direttore medico dell'ospedale di Rovereto, che è stato il pioniere del sistema.  «Ho iniziato ad occuparmi dei tempi d'attesa - ci ha raccontato Mariotti - dal 1999, quando ho descritto le prime esperienze sia di Trento che di Feltre. Tornato in Trentino, abbiamo iniziato ad applicare il sistema a tappe, partendo dal distretto di Rovereto, coinvolgendo prima alcuni medici del territorio e dell'ospedale per alcune prestazioni, per poi estenderlo a tutta l'azienda sanitaria. Perché l'applicazione sia innovativa, si deve scegliere un'area pilota, per poi monitorarne i risultati».  Il problema è verificare che le richieste di prestazioni urgenti lo siano veramente, comparando la concordanza delle richieste dei medici di medicina generale con quelli specialistici. «La concordanza - precisa Mariotti - è del 70%, ma oscilla dal 15 all'80% a seconda di chi dà il giudizio. L'importante è che ci sia una collaborazione sempre più stretta tra medici di famiglia e specialisti». Come è stato fatto notare ieri, con il sistema Rao dal 2002 al 2008, radiografie scheletriche ed ecografie con priorità sono raddoppiate.













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