Virginio sfrattato dalla «sua» casa

Ha 80 anni e da 41 vive da abusivo in uno stabile di Pergine che sarà ristrutturato



PERGINE. Esattamente da 41 anni, Virginio abita nella casa che, in via Pennella, è ormai prossima ad un intervento di radicale recupero. Al piano terra dell'immobile in questione c'è la storica "Pasticceria Copat", ora divenuta semplice bar, ma chiuso da marzo appunto per i lavori. Per i proprietari Virginio è un inquilino "abusivo" nel senso che non paga l'affitto, non ha luce, gas e acqua. È, per così dire, tollerato.

Del resto, in questi 41 anni, l'immobile, che si trova tra l'ex Albergo al Cavalletto ed i due negozi Sartori, è stato venduto (e acquistato) sempre con dentro Virginio - appunto sempre tollerato - un uomo divenuto ormai "personaggio".

Dimesso dall'ospedale psichiatrico appunto 41 anni fa è andato subito lì ad abitare (abusivamente): un tempo vi abitata con i genitori. E da lì non intende andarsene assolutamente. Virginio, che vive con una pensione minina, ha anche una "dependance" e gira il Perginese in bicicletta. Spesso lo si può incrociare lungo la strada per Levico. Nei pressi della "Curva dei Milani" sul versante a monte, ha una sorta di capanno dove qualche volta (spesso d'estate) si rifugia. Appunto la sua "dependance". Lo si trova anche su altre strade. La sua occupazione? Andare in bicicletta tutto intabarrato (anche se è estate) e raccoglie quanto trova. Lo carica sulla bici e se lo porta a casa. Li c'è di tutto. Lì solitamente mangia e dorme: è un locale al primo piano (sul retro rispetto a via Pennella) dove da anni, sono accatastate mille cose in una confusione indescrivibile e dove la pulizia non fa certo compagnia all'uomo. Ma in 80 anni (compiuti lo scorso agosto), e appunto da 41 anni lì in quella topaia, non ha mai avuto bisogno del medico.

La sua situazione è costellata (in tempi recenti) da vari tentativi di farlo spostare da lì, ma a quanto pare senza successo. Solo che adesso, i proprietari intendono procedere con l'intervento per risanare completamente l'edificio: nuovo bar al piano terra (più ampio di come era), negozio e alloggi ai piani superiori con sventramento e mantenimento della facciata. I primi lavori ieri mattina con l'allestimento (per poche ore) di un cantiere: collocazione di un container per buttarvi quanto c'era ancora nei locali. Tutti svuotati tranne quelli utilizzati da Virginio. «Da qui non me ne vado», continuava a ripetere ieri. «Anzi - ha aggiunto - per entrare nella mia abitazione ho dovuto forzare la porta d'ingresso in strada. Io devo fare quello che mi dice Dio: e io sto qui».













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