Viaggiare con Metroland, ecco tutti i numeri del sogno / Scheda

Tra vent'anni Trento-Malè in 23 minuti. Operazione da 3,6 miliardi di euro


Roberto Colletti


TRENTO. «Il Trentino tra vent'anni? Lo immagino progredito, con valli vissute con equilibrio, ben collegate con l'Italia e l'Europa e con un ambiente al tempo stesso patrimonio comune e risorsa economica». Chiedergli se abbia un'idea del Trentino di domani, fa capire Lorenzo Dellai, è invitarlo a nozze.

Certo che un'idea ce l'ha, dice, anche più d'una e tra queste Metroland: non un'ipotesi, ma già un progetto di collegamento veloce su rotaia tra le principali valli e l'area Trento-Rovereto. La super metropolitana provinciale, o meglio il "sistema di mobilità di intervalle con corridoi privilegiati", è parte integrante della visione del Trentino futuribile, assieme alla fibra ottica in tutte le case ed al raddoppio della ferrovia del Brennero.

Infrastruttura robusta, di ferro e gallerie in roccia, che si dirama in quattro direzioni: verso l'Alto Garda e le Giudicarie, la Val di Non e la Val di Sole, la Valsugana ed il Primiero, le valli di Fiemme e di Fassa. Niente a vedere con il "metrò di superficie" immaginato nei primi anni Novanta. Se quello correva all'aria aperta, i 190 chilometri di Metroland viaggeranno al 90 per cento sottoterra, in galleria, a 130-140 chilometri orari. Una velocità che consentirà, assicura Transport Planning Service, la società di Perugia cui è stato affidato lo studio di fattibilità, di salire sul treno a Tione e di scendere a Trento 31 minuti dopo. Oppure da Trento raggiungere Imer in 20 minuti. Oppure ancora di andare da Trento a Malè, passando sotto il Peller, in 23 minuti e pochi secondi. Collegamenti rapidi, senza il rischio di dover stare in coda dietro all'inevitabile camion.

«I tempi contano, certo, ma non sono l'unico elemento di valutazione. Dobbiamo invece immaginare cosa sarà - cosa vorrà essere - il Trentino tra vent'anni, tanto ci vorrà per realizzare l'intero progetto. «Ebbene - assicura il presidente della Provincia - qualsiasi cosa vogliamo essere, ogni abitazione dovrà potersi collegare in banda larga con la rete ed ogni cittadino dovrà disporre di un trasporto veloce, sicuro e paesaggisticamente discreto che gli permetta di vivere nella sua valle, nel suo paese senza sentirsi isolato dal resto del mondo. Un collegamento utile anche in senso inverso, per il turista che vorrà raggiungere le valli senza pagare lo scotto di lunghi tempi di percorrenza. Lo ripeto: dobbiamo, oggi, avere il coraggio di prefigurare il domani. E muoverci in quella direzione».

Tutte le visioni hanno un prezzo. La rete "metropolitana" costerà, secondo lo studio realizzato da Tps, attorno ai 3,6 miliardi di euro, da spalmare sui vent'anni della realizzazione, più o meno 17 milioni e mezzo di euro ad esercizio. «Cifra economicamente sostenibile dal bilancio provinciale», assicura Lorenzo Dellai. Ma non è tanto questo il punto preso di mira da chi critica il progetto, quanto la scarsa informazione su questo "oggetto misterioso" il quale - «per il poco che se ne sa» - privilegerebbe la velocità dei collegamenti limitando, come inevitabile conseguenza, il numero di stazioni tanto che se ne prevede una, al massimo due, per valle. Ponte Arche, Cembra e Levico, per esempio, sono state previste, con una certa resistenza per i minuti aggiuntivi che implicano ai tempi di percorrenza, solamente dopo lunga riflessione.

«L'idea che regge l'intero progetto, la sua filosofia, è quella di un moderno Trentino "in rete" - prosegue il governatore - a questo dobbiamo aspirare e a niente di meno se non vogliamo condannare questa terra e le generazioni future all'anonimato, se non alla marginalità. Questa la direzione di marcia. Sulle soluzioni da adottare, invece, il confronto è aperto. Tanto è vero che in alcune tratte abbiamo aggiunto delle stazioni. Non capisco, invece, chi parla di "mistero". Ricordo che la nuova rete di collegamenti tra le valli è prevista dal piano urbanistico provinciale fin dal 2008, è un impegno scritto nel programma di legislatura, è inserita nel Piano di sviluppo provinciale 2011-2013. Insomma, non è un'idea vagante, è una legge della Provincia, esaminata ed approvata dal consiglio. Infine ricordo - puntualizza ancora Dellai - che il nostro bilancio già stanzia 450 milioni di euro per il tratto Mori-Arco, primo passo del ramale Rovereto-Tione».

Se mistero è, insomma, lo è per i distratti. Tra i pochi attenti il consigliere Mauro Delladio che nell'aprile 2009 ha affidato a Youtube la sua testimonianza di 4' 36'' contraria alla, così la chiama, "Fabiland di Dellai". Il resto del confronto si è consumato in discussioni particolari, senza un esame critico dell'intero progetto. A quattro anni di distanza dal Pup, ora pare che su queste "quattro righe colorate tracciate su una cartina" il consiglio provinciale terrà una conferenza d'informazione. Forse un esame postumo. In ogni caso, meglio tardi che mai.

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