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Una roveretana arrestata nel "laboratorio" di droghe sintetiche

La 21enne fermata con altre quattro persone a Musile di Piave, in Veneto. Gli indagati sono sospettati di spaccio nei rave party



ROVERETO. C'è anche una giovane roveretana fra le cinque persone arrestate a Musile di Piave in un'operazione antidroga dei carabinieri di San Donà, con il supporto dei colleghi di Jesolo, Meolo e Cavallino-Treporti, che hanno anche scoperto, in un casolare, un laboratorio per la produzione di droghe sintetiche.

Si tratta di Giulia Gasperini, 21 anni. Gli altri quattro son Renato Furlanetto, 33 anni, di Musile; Valentino Fontanive, 29, di Rivamonte Agordino (Belluno); Salvatore Greco, 23, di Chivasso-Castelrosso (Torino); Onofrio Davide Martucci, 29, di Atella (Caserta).

Gli indagati, e specie il casolare, erano da tempo tenuti sotto controllo perché sospettati di essere spacciatori di droga e soliti frequentare rave party organizzati in tutta Europa. I cinque sono stati sorpresi ancora nel sonno dopo aver trascorso un "festino" di droga.

Nel casolare vi era una situazione di degrado e di indigenza: tutti i locali totalmente mancanti delle basilari regole igienico-sanitarie, gli indagati che dormivano su materassi sporchi sul pavimento, rifiuti ed immondizia abbandonati ovunque, escrementi di animali. È stato fatto intervenire anche personale sanitario specializzato e veterinari per la presenza di 4 cani che sono stati portati in canile.

L'Arma ha sequestrato 4000 mila euro, una pistola giocattolo e droga di ogni genere, tra cui sette etti di hashish, 70 grammi di Ketamina e svariate dosi tra metanfetamina, ketamina , Mdma e marijuana. E ancora vari materiali che hanno fatto ritenere di aver scoperto un laboratorio per la produzione di droghe di tipo sintetico.

I cinque sono stati portati in carcere tranne Giulia Gasperini, che essendo in stato di gravidanza, è stata posta ai domiciliari presso una struttura assistenziale. L'arresto è stato poi convalidato per tutti nel processo al Tribunale di Venezia che ha però disposto la custodia cautelare in carcere solo per Furlanetto ed il divieto di dimora nella provincia di Venezia per gli altri quattro.













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