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Una mountain bike per annullare tutte le differenze

Il progetto della Scuola di ciclismo fuoristrada Non e Sole si è concretizzato coinvolgendo una rete di artigiani locali


di Paolo Trentini


TASSULLO. Una mountain bike per superare le differenze. Lo staff della Scuola ciclismo fuoristrada Valli di Non e Sole ha presentato ieri mattina, nella cornice del Malghetto di Tassullo, un rampichino pensato per i disabili. Non è una handbike come quelle che si vedono sulle strade, ma un mezzo il cui telaio è stato rinforzato nella parte finale con un mozzo particolare che consente di circolare con due ruote posteriori parallele. In questo modo anche chi solitamente non riesce ad andare in bici potrà aggiungersi ai gruppi delle numerose attività organizzate dal sodalizio guidato dal presidente Giulio Mendini come "Giocando con la tua bici", "Giovani donne, mamme in bici", "Dietro la bici l'infinito", laboratori di cittadinanza attiva per studenti e via dicendo.

«Fino a qualche anno fa - spiega Mendini - queste bici le costruivamo in collaborazione con le officine di San Patrignano. Purtroppo hanno chiuso e allora abbiamo dovuto rimboccarci le maniche tra di noi. Grazie alla Fondazione trentina per l'autismo e a una rete di artigiani locali che hanno messo a disposizione la loro professionalità, siamo riusciti ad assemblare una mountain bike performante e allo stesso tempo dai costi contenuti per dare risposta alle richieste di chi non riesce a utilizzare le biciclette normali.

In questo modo i ciclisti hanno il giusto assetto sulla sella, non corrono rischi di sbilanciarsi e, anzi, imparano a spostare il peso in maniera autonoma per curvare ma anche per effettuare salti. Abbiamo già provato le biciclette sulle gobbe del campo scuola e sono notevolmente stabili, al punto che nei giorni scorsi abbiamo accompagnato i ragazzi con successo fino al Corno di Tres.

La nuova mountain bike si inserisce nel progetto Sport per tutti, una delle molteplici iniziative che stiamo portando avanti Volevamo cambiare la cultura e l'approccio alla bicicletta. Fino a qualche anno fa il ciclismo in Val di Non significava inserirsi in una squadra e pedalare inseguendo una vittoria. Non c'era altra va per utilizzare le bici. Abbiamo raccolto un gruppo di genitori e di persone che, invece, avevano l'intenzione di montare in sella per divertirsi, per spostarsi da un paese all'altro, per trascorrere tempo insieme e migliorare la propria vita».

Dopo 14 anni l'associazione ha 60 collaboratori, forma periodicamente nuovi giovani istruttori, coinvolge 280 ragazzi e sta lavorando per riuscire ad aprire una ciclofficina dove i ragazzi in difficoltà assembleranno le bici per i disabili. L'obiettivo è centrato e arriva anche il plauso del presidente del Coni Giorgio Torgler: «Un esempio per tutti gli sportivi e non che dovrebbe essere replicato. Promuovere lo sport nella sua forma più pura, come divertimento e aggregazione, senza l’ossessione dei risultati è più che lodevole».













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