Un «palazzo della moda» da 4,5 milioni

La Bima immobiliare lo ha acquistato da Banca Intesa e ora lo ristrutturerà. Premono per entrare i colossi Zara e H&M


di Luca Marognoli


TRENTO. E’ uno degli immobili più appetibili dell’intero centro storico: 1.325 metri quadrati distribuiti su cinque piani all’angolo tra le vie Mantova e Oriola con una vista spettacolare su largo Carducci, il cuore del giro al Sass. Se l’è aggiudicato, acquistandolo da Banca Intesa San Paolo per 4,5 milioni di euro, la Bima immobiliare che fa capo all’imprenditore Silvano Marangoni e famiglia, pronto a trasformarlo nel più prestigioso “contenitore commerciale” della città. Il rogito è stato firmato il 19 dicembre e la nuova proprietà ha già incaricato uno studio tecnico per progettarne la ristrutturazione, che costerà secondo una prima stima altri 2,5 milioni.

Ci vorranno alcuni mesi di lavoro perché vanno rinnovati tutti gli impianti e rifatta parte della struttura, tetto compreso, ma intanto è già partita la corsa dei colossi commerciali che “cercano casa” in affitto a Trento. Le trattative sono in fase avanzata: secondo indiscrezioni sarà una partita a tre fra i due big internazionali della moda cheap&chic Zara e H&M e una catena mondiale leader nel mondo dell’informatica. «Il nostro auspicio è che il Comune sia un po’ più celere del passato nel rilasciare le concessioni delle licenze, sia edilizia che commerciale», afferma l’imprenditore Marangoni, self-made-man che opera nel campo dell’edilizia da quando aveva 18 anni. «Dopodiché provvederemo a inserire l’azienda più idonea allo sviluppo della città e che soddisfi economicamente la proprietà. Questo è uno degli angoli più belli del centro: la posizione è ottima».

In questo campo ciò che conta è la solidità del gruppo commerciale che entra, anche se Marangoni dice di non essere affatto esterofilo: «Personalmente sarei più propenso a dare l’immobile a catene locali o nazionali: sono patriottico... Mi piacerebbe che fosse una realtà trentina che conosco perché alla mia non più giovane età preferisco che nel condurre gli affari ci sia un rapporto umano. A parità di garanzie, quindi, non avrei dubbi».

Ma siamo nel mondo della globalizzazione e nel business vince sempre il più forte. «Se si vuole crescere bisogna adeguarsi ai tempi, altrimenti andremmo in giro ancora con le ruote in ferro», dice Marangoni. Che ritiene fondamentale la collaborazione con l’ente pubblico proprio per evitare intoppi burocratici che nuocerebbero all’operazione: «Quando i tempi sono troppo lunghi - dice - gli immobili invecchiano e diventano un costo. Se il Comune ci dà una mano, per l’autunno il negozio potrebbe già essere aperto».

Ora che le catene iniziano a piantare le proprie bandierine su Trento, viene da chiedersi se il destino del centro sia l’omologazione che rende uguali Milano a Singapore, Padova a Trento. Per le piccole realtà commerciali il giro al Sass è davvero off-limits? «Sì, pagare gli affitti di mercato è improponibile per un’azienda a livello familiare - riflette Marangoni - a meno che non abbia uno stabile di proprietà». Questione di margini: «Un immobile deve rendere il 4-5%: quindi su un valore di 5 milioni, almeno 250 mila euro l’anno. Altrimenti diventa antieconomico, l’imprenditore lascia stare e la città si ferma. Se ci si rivolge alle banche, per prima cosa non danno gli affidamenti: se lo fanno vogliono il 6 o il 7%, ad eccezione di qualche cassa rurale che ancora propone tassi ragionevoli».

Marangoni respinge la tesi che siano gli immobiliaristi a strozzare il mercato. «Siamo spesso visti come speculatori, ma io ho sempre lavorato con serietà, correttezza e il desiderio di fare qualcosa di utile alla collettività, muovendo l’economia. Mi aiutano la passione e qualche risparmio accumulato negli anni».

Il palazzo acquistato da Bima era stato sede, in passato, della Banca commerciale. Confina su via Mantova con Sportler ma il progetto è di ricavare il nuovo ingresso su via Oriola.

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