L'ALLARME

Un altro cane avvelenato dai bocconi in val di Fassa

Ha ingerito un’esca durante una passeggiata in val di San Nicolò, sopra Pozza. L’agente chimico è l’Aldicarb, lo stesso responsabile degli altri episodi



POZZA DI FASSA. A distanza di qualche mese in Val di Fassa si torna a parlare di cani avvelenati. Questa volta è andata bene, ma Jago se l’è vista brutta.

Jago, cane da caccia segugio bavarese di sei anni è di Armando Deluca di Pozza di Fassa. Armando è cacciatore e titolare del rifugio Tobià del Giagher al Ciampac, assieme a suo padre che è il nuovo conseier de Procura Mario Deluca. Inoltre Armando è nipote di Sonia e Gianmaria Deluca, padrone di Kira, il cane morto avvelenato a febbraio, sempre a Pozza.

Ma torniamo alla vicenda di Jago che ha molti elementi comuni a quella di Kira. Entrambi i cani infatti sono state vittime dello stesso veleno: l’Aldicarb, illegale in tutta Europa, vietato al commercio da dieci anni e letale dopo 5 minuti dall’ingestione.

Armando ha raccontato solo ieri ciò che è successo il 22 aprile scorso e lo fa ora perché fino a ieri non aveva ancora ricevuto conferma dell’avvelenamento dalle analisi.

«Ho fatto una passeggiata in Val San Nicolò e ho lasciato libero Jago – dice Armando – mi trovavo fra la Baita Ciampié e il monumento alla Prima guerra. Tornati alla macchina Jago ha iniziato ad avere conati di vomito e cedimenti agli arti. Sono corso direttamente dal veterinario che gli ha messo la flebo, dato antibiotici, vitamine e cortisone. Aveva schiuma bianca alla bocca e sangue nelle urine a causa dall’emorragia interna. Solo dopo tre giorni è stato meglio. Le analisi sono arrivare ieri dall’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie e sono subito andato a fare denuncia contro ignoti ai Carabinieri».

Non si sa ancora come mai Jago abbia avuto questa fortuna, però si presume che i bocconi avvelenati di Jago e Kira siano stati posati mesi fa, a gennaio o febbraio. Forse Jago ha solo leccato il boccone o forse il veleno era indebolito dall’aria, ciò che spaventa è che si trovava a pochi passi dalla macchina, dunque su un sentiero di montagna e pericoloso per tutti i numerosi frequentatori (anche in estate) della valle sopra Pozza di Fassa.

Coincidenza che Armando e Gianmaria siano parenti e entrambi i loro cani siano stati avvelenati dalla stessa sostanza? «No, no – afferma deciso Armando – non è assolutamente una questione di famiglia. È stata solo sfortuna. Sono tutto l’anno al Ciampac e l’unica volta che vado in Val San Nicolò mi succede questo. Ero completamente solo lì, Jago è stato bene tutto il giorno. Ha iniziato a stare male appena arrivati alla macchina, a pochi minuti dall’ingestione. È pura casualità. Ora Jago sta bene e spero non abbia danni permanenti a organi interni».

Carabinieri e Corpo Forestale stanno proseguendo nelle indagini degli avvelenamenti in Fassa e Fiemme, ora arricchite da nuovi elementi. Per ora rimane valida l’avvertenza comunale, emessa dopo la morte di Kira.













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