il processo

Troppe assenze, bocciata Il Tar: «Rifate gli scrutini»

Accolto il ricorso dei genitori di una studentessa di un istituto professionale. Per i giudici troppi sono i dati discordanti sul documento di valutazione



TRENTO. La scuola professionale di Trento che frequenta non l'ha nemmeno ammessa agli scrutini per le troppe assenze. E quindi l'ha bocciata. Ma i genitori della quindicenne protagonista della vicenda hanno ritenuto che la decisione dell'istituto fosse profondamente ingiusta e, per questo, hanno presentato ricorso al Tar spiegando che le assenze c'erano sì state, ma che erano in gran parte legate agli episodi di bullismo di cui la loro figlia era vittima a scuola. Motivazione che certo mette in secondo piano le assenza dovute all'attività agonistica svolta dalla giovane presso un'associazione ippica dilettantistica. Una contestazione che è una vera propria denuncia di una situazione pesante all’interno della scuola, insomma. Ma non è l’unico aspetto per cui i genitori della studentessa hanno deciso di ricorrere contro la bocciatura. Mamma e papà affermano di non essere mai stati avvisati che la loro figlia stava per superare, o aveva superato il limite massimo di ore di assenza e di non essere nemmeno stati informati di un limite minimo di frequenza prestabilito per la valutazione finale come presupposto per l’ammissione all’anno successivo. Nella pagella della ragazza, inoltre, non sarebbero state indicate con la necessaria precisione le ore di assenza della giovane e non «sarebbero state esaminate le ragioni addotte a giustificazione di quelle assenze». La Provincia di Trento s’è costituita in giudizio contro il ricorso che, però, il collegio dei giudici del Tar ha ritenuto fondato. Partendo dal fatto che il regolamento provinciale stabilisce che gli studenti devono frequentare non meno dei tre quarti dell’orario annuale d’insegnamento previsto dal piano di studio, i giudici hanno preso atto che la pagella della studentessa riporta i dati “monte ore annuo 1066 - totale assenze 172” (64 ore nel primo quadrimestre e 108 nel secondo). Su 1066 ore, quindi, la ragazza avrebbe dovuto seguire almeno 800 ore di lezione e non superare le 266 di assenza: i conti non tornano, insomma, dal momento che la giovane ha frequentato più del 75 per cento dell’orario annuale, soglia minima per l’ammissione all’anno successivo. E solo più tardi la scuola ha fornito dati estrapolati da un registro di classe, non firmato e con solo il timbro della scuola, in cui si riporta che le assenze della ragazza ammontavano a 290 ore. E sempre in sede difensiva è emerso che il monte ore non sarebbe dovuto essere di 1066, ma di 1033, dal momento che la studentessa non seguiva le ore di religione. Dati, questi ultimi, che comunque il consiglio di classe non ha preso in considerazione per essere riportati sulla pagella. Per questo, il Tar ha annullato il documento di valutazione e, quindi, gli scrutini dovranno essere rifatti. La Provincia è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio.

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