Trento: sicurezza in città, scatta lo stato d'allerta

Andreatta: «Comitato per l'ordine pubblico». Lega e Pdl: «Più repressione»


Chiara Bert


TRENTO. Due aggressioni in tre giorni in centro riportano in primo piano il tema della sicurezza. La Lega attacca «l'immobilismo dell'amministrazione»: «La situazione è al limite, aspettano che ci scappi il morto?». Toni più soft del Pdl: «Le zone franche ci sono, ma limitate. Serve più repressione». Il sindaco Andreatta chiederà la convocazione del comitato per l'ordine pubblico. Mercoledì il pestaggio di uno studente in via Tomaso Gar, venerdì in piazza Santa Maria Maggiore la rapina ai danni di un uomo che stava andando a passeggio con il cane. La zona è la stessa, nel mirino c'è il quadrilatero tra piazza Dante, S.Maria Maggiore, via Pozzo, via Prepositura. Due episodi violenti in pochi giorni bastano per far scattare il livello di guardia in una città che normalmente non vive un'emergenza sicurezza, semmai qualche problema di degrado. I toni più duri li usa, neanche a dirlo, la Lega Nord, che ieri pomeriggio ha sfornato un comunicato stampa: «La situazione dell'ordine pubblico in città è nuovamente al limite di guardia e la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Andreatta fa poco o nulla per garantire ai propri cittadini la doverosa sicurezza», attacca il capogruppo comunale Vittorio Bridi. Il modello suggerito dal Carroccio è la mano dura del sindaco di Verona Flavio Tosi: «Quando si deciderà l'amministrazione di Trento a seguire le orme del sindaco di Verona, applicando senza sconti il decreto Maroni? Le aggressioni ai cittadini da parte di facinorosi immigrati privi di arte né parte ormai si susseguono. Si aspetta che ci scappi il morto?». Oggi pomeriggio la Lega farà un presidio proprio in piazza S.Maria Maggiore, per raccogliere segnalazioni dei cittadini da consegnare alle forze dell'ordine. «Il problema sicurezza c'è anche se riguarda situazioni circoscritte», osserva Nicola Giuliano, capogruppo del Pdl promotore qualche mese fa in consiglio di un pacchetto sicurezza che chiedeva tra l'altro vigili urbani armati e in servizio 24 ore su 24. «Ci sono alcune zone franche tra piazza Dante, Santa Maria, via Prepositura, ex Italcementi, dove sono sotto gli occhi di tutti lo spaccio di droga e la presenza di clandestini spesso dediti alla microcriminalità», prosegue Giuliano, «non si può agire solo con la prevenzione e le misure deterrenti come le telecamere, c'è una certa ritrosia dell'amministrazione comunale ad usare misure repressive. E invece proprio questo servirebbe, qualche retata, controlli massicci, applicazione ai clandestini delle norme previste dalla legge». Alle accuse del centrodestra replica il sindaco Alessandro Andreatta, che della sicurezza è il responsabile politico: «Non si può ad ogni episodio pur grave far credere che la città sia insicura. Repressione e decisione non può voler dire militarizzazione del territorio o esercito cittadino come vorrebbe qualcuno». Tuttavia di fronte a due aggressioni così ravvicinate, Andreatta non intende sottovalutare il problema e anticipa che chiederà una convocazione del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza: «Non c'è un'emergenza ma di fronte ad episodi di violenza abbiamo il dovere della vigilanza». Spetterà al commissario del governo e ai rappresentanti delle forze dell'ordine, insieme al sindaco, valutare se esistono motivi di allarme. E un «maggiore coinvolgimento della polizia municipale con funzione preventiva» è auspicato da Franco Micheli, capogruppo dell'Upt: «Quando si verificano fatti violenti, a maggior ragione di giorno, occorre la massima attenzione. Dobbiamo essere consapevoli che il 100% di sicurezza non lo otterremo mai, ma dobbiamo lavorare per potenziarla. In questo caso si tratta del centro storico, ma non bisogna ignorare le periferie».

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