Trento: ospita in casa un trans, denunciato per sfruttamento della prostituzione

Inquilino Itea denunciato per sfruttamento della prostituzione: non sapeva che il conoscente a cui aveva dato ospitalità in realtà si prostituiva



TRENTO. Per aiutare un conoscente si è ritrovato nei guai. E guai seri visto che è stato accusato di sfruttamento della prostituzione. E tutto questo per aver acconsentito ad ospitare un ragazzo in difficoltà che aveva bisogno di un tetto per un paio di settimane. La richiesta d’ospitalità era arrivata al trentino tramite un suo parente e la risposta era stata positiva. Ma nessuno sapeva che l’ospite esercitava la professione più antica del mondo: si prostituiva.
Quando l’amico (un trentenne ligure) arriva nell’appartamento (Itea), il «padrone» di casa lo accoglie a braccia aperte e gli lascia la disponibilità dell’alloggio Itea dove risiede mentre lui esce. La sera quando torna in casa è tutto normale e la convivenza va avanti senza problemi. Un giorno, però, rientra in anticipo e le chiavi inserite nella serratura dall’interno gli impediscono di aprire la porta. Suona il campanello con insistenza ma non c’è nulla da fare. Solo dopo un lungo periodo il ligure apre la porta spiegando all’altro che stava lavorando. E il suo lavoro consiste nel mestiere più antico del mondo: è un transessuale che si prostituisce. A questo punto il trentino non ci vede più, non vuole che la sua casa sia trasformata in un bordello e chiama la polizia. Davanti agli agenti, però, il ragazzo offre una sua versione dei fatti che mette nei guai l’ospite. Ai poliziotti spiega infatti che l’altro sa tutto del suo «lavoro» e che per poter alloggiare in quell’appartamento gli deve versare ben 3 mila euro al mese. E che viveva lì da ben due mesi. Una dichiarazione di fuoco che fa scattare l’indagine. L’accusa per il trentino è stata quindi quella di sfruttamento della prostituzione. L’uomo si è così affidato all’avvocato Giuliano Valer che attraverso delle indagini difensive è riuscito a portare in carreggiata la vicenda tanto che il giudice Forlenza ha archiviato tutto. Per farlo sono stati sentiti trans colleghi del ligure che sono stati chiamati a raccontare soprattutto i luoghi in cui il ragazzo abitualmente si prostituiva. E fra questi non c’era l’alloggio Itea. È stato anche prodotto la lettera firmata dove veniva chiarito che l’ospitalità (a titolo gratuito) sarebbe durata solo due settimane. È stata sentita anche la mamma del trentino che ha spiegato con certezza che il ligure era nell’alloggio solo da qualche giorno. Insomma una serie di dichiarazioni che hanno convinto il giudice sull’innocenza del trentino. Fra l’altro a suo favore c’era anche il fatto che era stato lui a chiamare la polizia e questo mal si sposava con la tesi dell’altro, ossia che guadagnasse 3 mila euro con la prostituzione del ligure. Dunque alla fine tutte le accuse sono cadute ed è probabile che ora denunci l’altro per calunnia. Quello che appare chiaro in questa vicenda è che a fare un piacere ad un amico si rischia di finire nei guai.

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