Trento, la giunta si aumenta lo stipendioI presidenti di circoscrizione rinunciano

Scattano questo mese - con decorrenza retroattiva da giugno - gli aumenti per gli amministratori locali stabiliti dal nuovo regolamento pubblicato ad aprile sul bollettino della Regione: il sindaco di Trento, che fino a oggi guadagnava 5.500 euro netti al mese, arriverà quasi a 6 mila



TRENTO. Tre presidenti di circoscrizione hanno rinunciato ai 124 euro di aumento dell’indennità stabilito dalla Regione. Altri sono pronti a fare altrettanto, ma vorrebbero i soldi reinvestiti per i quartieri. Non rinuncia all’aumento invece la giunta comunale: «Il compenso è giusto per la responsabilità e la mole di lavoro che abbiamo», rivendica il sindaco Alessandro Andreatta.
Scattano questo mese - con decorrenza retroattiva da giugno - gli aumenti per gli amministratori locali stabiliti dal nuovo regolamento pubblicato ad aprile sul bollettino della Regione: il sindaco di Trento, che fino a oggi guadagnava 5.500 euro netti al mese, arriverà quasi a 6 mila (meno di un consigliere provinciale), mentre per gli assessori l’aumento - rispetto agli attuali 3 mila euro - sarà di circa 200 euro. Infine i presidenti di circoscrizione riceveranno in busta paga 124 euro in più, per un’indennità (lorda) di 1.886 euro.
Nei giorni scorsi tre di loro - Stefano Patton (Meano), Emanuele Lombardo (Oltrefersina) e Armando Stefani (Argentario), tutti del Pd - hanno comunicato in Comune la rinuncia all’aumento. Stefani ha fatto una scelta ancora più drastica: «Dal mio incarico di presidente non intendo guadagnare un euro in più rispetto al mio stipendio di insegnante, quindi a parte 100 euro al mese a titolo di rimborso spese - spiega - userò il resto del compenso per iniziative comunitarie e di cittadinanza attiva». Un segnale di sobrietà, rivendica Stefani, in un momento di crisi economica e di disaffezione verso la politica.
Altri presidenti sono pronti a privarsi dell’aumento, ma con alcuni distinguo. Da Paolazzi (Gardolo) a Maistri (S.Giuseppe), passando per Cappelletti (Bondone), Moser (Povo) e Demozzi (Sardagna), la volontà è di arrivare ad una scelta comune di tutti i presidenti: rinunciamo e i soldi risparmiati vanno sul budget delle circoscrizioni, è stata la proposta di Paolazzi ad una cena di qualche mese fa. Fuori dal coro Redolfi (Centro storico), a cui si associa anche Pintarelli (Mattarello): «Farò quello che fa il mio sindaco. Di questa demagogia ne ho piene le tasche, io non rubo niente».
Una scelta unitaria l’ha fatta anche la giunta, dopo essersi confrontata al suo interno: niente rinuncia all’aumento. «Ma paragonare le due scelte - premette il sindaco - è scorretto, perché i presidenti di circoscrizione hanno il loro lavoro». Andreatta ribadisce il suo pensiero: «I cittadini ci chiedono di lavorare tanto e bene, io credo che le indennità che riceviamo - per la responsabilità e la mole di lavoro che abbiamo - siano giuste». «Spesso - lamenta - si fa della demagogia. Gli aumenti stabiliti dalla Regione arrivano al massimo a 150-200 euro, sono rialzi limitati e arrivano dopo 5 anni di indennità ferme. Ricordo inoltre che come amministratori non prendiamo 13ª, né 14ª né pensione, ma solo 12 mensilità. Abbiamo giornate di lavoro di 11 ore, a volte anche 13. Un impegno totale e totalizzante, il nostro dovere è di lavorare bene e non risparmiarci».

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