Trentino: ogni dipendente pubblico costa 1.355 euro a testa

Un lombardo spende 21 euro l’anno per pagare i dipendenti della Regione; ogni trentino 1.355 euro



TRENTO. Ogni lombardo spende 21 euro all’anno per pagare i dipendenti della sua Regione; ogni trentino sborsa 1.355 euro all’anno. E ci va anche bene: il bolzanino spende 2.049 euro all’anno, il valdostano 2.162. Sono gli estremi di una classifica ricavata da uno studio della Confartaginato su dati nazionali.
I dati, come si sa, vanno letti dalla giusta angolazione, ma è certo che vista così la graduatoria fa impressione e la giustificazione che Trento, Bolzano e Valle d’Aosta sono province autonome vacilla quando il confronto si fa con Sicilia e Friuli: gli isolani spendono 353 euro all’anno per i propri dipendenti pubblici, i friulani 156. Sono gli squilibri dell’Italia che non sempre sono motivabili e giustificabili e sono gli stessi che fanno crescere i dubbi sulla possibilità di un federalismo compiuto in Italia. Non è comunque un caso che al vertice della graduatoria vi siano realtà autonome che si tengono in carico il pagamento di stipendi che altrove sono invece di competenza nazionale. Basti pensare al mondo della scuola che rappresenta una voce non indifferente sul bilancio. La Provincia paga insegnanti e personale con i propri fondi, mentre altre regioni non hanno questa uscita dal loro libro di bilancio. Già questo motiva buona parte dello squilibrio.
Lo stesso ragionamento si può fare sul costo della politica, cioè il funzionamento degli organi istituzionali. Anche in questo caso il Trentino (864 euro pro capite) è terzo dietro a Valle d’Aosta (1.930) e Bolzano (1296), ma lontanissimo da Liguria (78) e Veneto (86). Questione di competenze e di impegno diretto degli organi democratici, ma rimane il dubbio che tale squilibrio sia tutto giustificato e motivato. La differenza marcata è comprensibile, ma che la politica costi 800 euro pro capite in più al trentino rispetto che al veneto qualche dubbio lo fa venire.
A fronte di un sentimento popolare sempre più insofferente e a un evidente problema di cassa e di risparmio, la Provincia sta già procedendo da tempo a tagli e riduzioni di emolumenti considerati generosi. Nell’ultima riunione di giunta è stato deciso un netto taglio ai rappresentanti della Provincia in agenzie, fondazioni, comitati e collegi. Nelle Agenzie, ad esempio, il presidente (esterno) non potrà percepire più di 35 mila euro lordi, nel comitato scientifico non più di 25 mila, negli enti strumentali ci si regola su parametri legati ai bilanci e alla complessità della gestione. Per i vari consiglieri non si supereranno i 6 mila euro lordi annui e se i componenti verranno individuati fra i dipendenti pubblici il loro compenso sarà minimo. Qualche strappo alla regola solo per “celebrità”.

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