Trentini, assalto al mercatino / FOTO - VIDEO

Prima giornata di apertura e subito pienone: pochi turisti ma in compenso si sono visti molti «locali»


di Daniele Peretti


TRENTO. Il Mercatino di Natale 2013 sarà ricordato come quello delle minoranze linguistiche trentine. Infatti dopo le casette ladine e mochene, quest'anno è stata aperta anche quella cimbra e così piazza Fiera non è solo shopping natalizio, ma anche uno spaccato della realtà della nostra provincia. E se il mercatino inaugura la sua ventunesima edizione e guarda al futuro, c'è chi invece lo lascia dopo tredici anni: «Il mercatino è come un treno: più gente sale e maggiore è il numero delle carrozze, ma c'è anche chi scende - afferma il il direttore di Trento Fiere Claudio Facchinelli - lo faccio per lasciare a Battista Polonioli che è uno dei maggiori tecnici del turismo. Sarà questo il futuro di un mercatino che ha un indice di conoscenza sul territorio italiano pari al 85% e quindi deve guardare con sempre maggiore attenzione, alla qualificazione della propria offerta turistica». E se Claudio Facchinelli va, arrivano due nuovi assessori: Dallapiccola (turismo) e Robol (Commercio). «Direi che il mercatino è ormai diventato un tradizionale punto di incontro tra grandi e piccoli, ma anche tra la città e le sue valli – ha sottolineato Dallapiccola – e merita l'attenzione delle istituzioni, perché dopo essere una piazza di aggregazione, diventi una piazza di promozione perché attraverso gli espositori, si promuove il territorio ed alle volte i turisti ,bisogna prenderli per la gola». L'assessore Robol ha invece evidenziato come «Trento sia nel mese di dicembre una città impegnata su più fronti, che anche attraverso un evento sportivo come le Universiadi si apre al turismo ed è pronta per ospitare le tante persone, che nei prossimi giorni arriveranno a Trento».

A proposito di affluenza,com'è andato il primo giorno? «Con una discreta affluenza soprattutto di trentini – è il bilancio di Claudio Facchinelli – seppur non tanti da farla diventare una prima giornata in esclusiva, come lo era stato in passato. Sono arrivate comitive tedesche, lombarde e venete». Ma forse più che un'inversione di tendenza, si è trattato del primo effetto Muse: viaggi organizzati arrivati in città per un evento, a cui poi abbinarne un secondo. Che la prima giornata del Mercatino resti ancora dei trentini se ne ha conferma indiretta da come i parcheggi di supporto aperti in via Travai e in corso Buonarroti, fossero quasi vuoti. Possiamo dire che si è stato un primo giorno partecipato, ma sobrio come l'inaugurazione: «Abbiamo deciso di fare le cose all'insegna della semplicità: un taglio del nastro anticipato all'ingresso del mercatino davanti al Torrione, poi solo un microfono al centro della piazza. Se l'anno scorso - prosegue Facchinelli - siamo andati in trasferta a San Felice sul Panaro per un'inaugurazione solidale con le popolazioni terremotate, quest'anno abbiamo deciso di devolvere in beneficenza, al Villaggio Sos di Trento quanto avremmo speso per un cerimoniale più ricco. Questo sarà un Natale condizionato dalla paura per il futuro e dalla crisi. Ed allora la solidarietà può essere un mezzo per vivere meglio una festa che non deve escludere nessuno, ma dev'essere di tutti».













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