Trasporti, il governo vuole la gara

Monti pretende la liberalizzazione, la Provincia difende la sua legge


Robert Tosin


TRENTO. Si rischia di aprire un altro fronte con Roma: quello sulla liberalizzazione dei trasporti pubblici. L'agenda 2012 del presidente del consiglio Monti mette nelle prime pagine la necessità di aprire alla concorrenza anche questo servizio che, in Trentino, è gestito in casa attraverso la Trentino trasporti. Finora se n'era sempre parlato in modo poco convinto e utilizzando in modo estremamente elastico le normative nazionali ed europee. Ora pare invece che il nuovo governo voglia fare sul serio e pretenda di andare fino in fondo "obbligando" tutti coloro che finora non si sono ancora messi in regola a provvedere al bando di gara.

Entro il 31 marzo gli enti "non conformi" dovranno preparare il quadro per arrivare al bando; entro il 31 agosto devono approvare la delibera relativa. Quest'anno a scadenza ci sono Veneto, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria, Sardegna, Sicilia, Trentino e Alto Adige. In teoria. Perché la situazione è ben più complicata. E la Provincia non ha alcuna intenzione di affidare ad un bando di gara la gestione del trasporto pubblico su gomma. Se il governo dovesse impuntarsi, dunque, ne uscirebbe l'ennesima occasione per far lavorare la Corte costituzionale.

«Ad ora - spiega Roberto Andreatta, dirigente del servizio trasporti della Provincia - noi stiamo applicando la legge provinciale del 2004 che non è mai stata impugnata da nessun governo né contestata in alcun modo. Quindi non stiamo certo preparando i documenti per un bando di gara. C'è stato anche un accordo con il Consiglio delle autonomie per cui i Comuni hanno convenuto di uniformare la data di scadenza nel 2013. Poi si vedrà cosa fare».

In effetti la partita delle liberalizzazioni è piuttosto intricata e non vale solo per il settore dei trasporti. Se per l'acqua il referendum ha parlato chiaro, il dubbio è rimasto per esempio sulla raccolta dei rifiuti. Il fatto è che l'Europa è categorica sulla necessità di aprire alla libera concorrenza tutti i servizi possibili e il governo Monti, da questo punto di vista, è molto europeista.

Nella legislazione nazionale il bando di gara è il principale strumento che tutti gli enti locali dovrebbero applicare nell'assegnazione dei servizi, lasciando l'ipotesi in house solo come ultima possibilità. In Provincia invece la seconda ipotesi è considerata alla stessa stregua della prima e quindi altrettanto valida nella garanzia di qualità ed economicità. La Provincia proseguirà su questa strada. Sempre che Monti non decida di mettere in dubbio la legge provinciale.













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