Torre, dopo il rogo l’accesso torna in forse

Due giorni per svuotarla dal legno bruciato, ma già si parla di danni per oltre 700 mila euro. Il Comune: in tanti avevano le chiavi d’accesso



TRENTO. La decisione di aprire la Torre Civica al pubblico, seppure a piccoli gruppi e solo fino alla cella campanaria, era stata presa nel 2006 dopo una lunga attesa e molte resistenze. Lo chiedevano i turisti e l’Apt, ci sperava l’allora sindaco Alberto Pacher: un monumento simbolo della città accessibile per ammirare Trento dall’alto e dal cuore del centro storico. Ma la stessa autrice del progetto di restauro, l’architetto Giorgia Gentilini, confidava di essere stata pessimista fino ad un incoraggiante sopralluogo con il responsabile della sicurezza.

Alla fine si decise per il sì e così dopo il lungo restauro concluso tre anni fa, i visitatori hanno cominciato a salire le scale. I turisti hanno risposto, le richieste aumentavano. Ma oggi il rischio - fanno capire in Comune - è che l’incendio di martedì metta la parola fine all’esperienza e che, a parte i fortunati che ne hanno approfittato, in futuro nessuno potrà più godersi lo spettacolo. Il sindaco Alessandro Andreatta non si arrende: «Chiudere la torre al pubblico sarebbe una sconfitta, una rinuncia per la città. Sono dell’idea che l’accesso va ripristinato con tutte le garanzie, con una valutazione del progetto, eventualmente sostituendo il legno con altri materiali».

Sul fronte della messa in sicurezza, il Comune ieri ha fatto sapere che serviranno almeno due giorni per svuotare la torre dal legno bruciato. Dopo il sopralluogo dei tecnici ieri pomeriggio e un nuovo intervento di sicurezza per un focolaio che si è riacceso mercoledì sera, i vigili del fuoco stanno procedendo nelle operazioni di pulizia. In piazza Duomo sono stati posizionati dei container per il recupero del materiale danneggiato dalle fiamme. Solo al termine della bonifica sarà possibile accedere alla torre per un sopralluogo più approfondito e fare una stima dei danni. Ma la convinzione a palazzo Thun è che occorrerà ripartire da zero rispetto al lavoro di restauro costato 760 mila euro, aggiungendoci questa volta l’impianto antincendio e la pulizia delle pietre annerite dal fumo.

In attesa dei risultati dell’inchiesta, tutti continuano ad interrogarsi sulla possibile causa del rogo, visto che gli impianti erano stati rinnovati da poco e tutto era a norma, e si esclude che qualcuno sia salito la mattina dell’incendio. Anche se a Palazzo Thun si fa notare che erano in tanti ad avere accesso alla torre. Resta l’interrogativo del perché non fosse stato realizzato l’impianto antincendio, per legge non obbligatorio nel caso di edifici aperti come la Torre Civica, ma che visto quanto successo diventerà un’aggiunta indispensabile. Intanto, in accordo con i vigili del fuoco, il Comune ha potuto mantenere aperta ai pedoni via Garibaldi, che resta vietata alle auto, anche per garantire l'accesso alle attività commerciali: la strada sarà chiusa solo nel momento di scarico del materiale dalla torre. Torre che è in sicurezza, con l’area costantemente presidiata durante le operazioni di cantiere dai vigili urbani. L’assessore alla cultura Andrea Robol durante il sopralluogo ha incontrato la direttrice del Museo Diocesano Tridentino Domenica Primerano, che ha ringraziato per la disponibilità dimostrata da tutto il personale del museo durante questa emergenza. Il Museo è regolarmente aperto, mentre rimane chiusa per il momento la sala codici al primo piano. (ch.be.)

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